Universalità della cultura: assonanze bibliche di alcuni ideogrammi cinesi
“Il nemico dello spirito nelluomo non ha trovato
semplicità, ma sofisticazione”
George Santayana
“Le menti mediocri condannano abitualmente tutto ciò che è oltre la loro
portata”
François de La Rochefoucauld
La lingua cinese scritta è arcaica e conservatrice ed assegna a ogni parola
un segno, o carattere, distintivo e ben preciso. Per leggere un giornale è
necessario conoscere almeno dai 2.000 ai 3.000 caratteri, ma un ampio
vocabolario ne comprende più di 40.000, classificabili in base al suono o alla
forma[1]. I testi più antichi scoperti finora sono responsi oracolari incisi su
gusci di tartaruga e scapole di buoi da astrologi di corte della dinastia Shang,
risalenti agli inizi del XIV secolo a.C. Anche se da allora il sistema grafico è
stato uniformato e modificato nello stile, rimangono fondamentalmente identici
non solo i principi, ma anche parecchi fra i simboli fondamentali[2].
Una interessante osservazione condotta da alcuni ricercatori è quella secondo
la quali alcuni caratteri cinesi hanno assonanze bibliche[3]. Vediamo alcuni
esempi fra i più salienti.
Parola |
Ideogramma
cinese[4] |
Scomposizione[5] |
Riferimento biblico[6] |
Creare |
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Riferimento alla creazione delluomo.
Genesi 1:26 - Poi Dio disse: "Facciamo l’uomo a nostra immagine,
conforme alla nostra somiglianza…"
Genesi 2:7 - Allora l’Eterno Dio formò l’uomo dalla polvere
della terra, gli soffiò nelle narici un alito di vita, e l’uomo divenne
un essere vivente.
Genesi 5:1b - Nel giorno che Dio creò l’uomo, lo fece a somiglianza
di Dio. |
Finire Completo |
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Riferimento al termine della creazione. Dopo aver fatto i cieli
(sole, luna stelle…), la terra, le piante, gli animali, Adamo ed Eva, fu
tutto compiuto.
Genesi 2:2 - Il settimo giorno, Dio terminò l’opera che aveva fatto,
e nel settimo giorno si riposò da tutta l’opera che aveva fatto. |
Avvertire
Proibito |
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Riferimento ai due alberi (vedi sopra) e allavvertimento divino.
Genesi 2:9 - Dio il Signore fece spuntare dal suolo ogni sorta
d’alberi piacevoli a vedersi e buoni per nutrirsi, tra i quali l’albero
della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e
del male. |
Tentatore |
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Riferimento al tentatore che indusse Eva a peccare.
Genesi 3:1-5 - Il serpente era il più astuto di tutti gli animali dei
campi che Dio il Signore aveva fatti. Esso disse alla donna: "Come! Dio
vi ha detto di non mangiare da nessun albero del giardino?"... La donna
rispose al serpente: "Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo
mangiare; ma del frutto dell’albero che è in mezzo al giardino Dio ha
detto: Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete."... Il
serpente disse alla donna: «No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel
giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio,
avendo la conoscenza del bene e del male." |
Bramare
Desiderare |
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Riferimento ad Eva nel giardino di Eden, che bramava il frutto
dellalbero della conoscenza del bene e del male. Nel giardino era
presente anche lalbero della vita.
Genesi 2:9 - Dio il Signore fece spuntare dal suolo ogni sorta
d’alberi piacevoli a vedersi e buoni per nutrirsi, tra i quali l’albero
della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e
del male.
Genesi 3:6 - La donna osservò che l’albero era buono per nutrirsi,
che era bello da vedere e che l’albero era desiderabile per acquistare
conoscenza; prese del frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito,
che era con lei, ed egli ne mangiò. |
Giardino |
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Riferimento alle conseguenze della disubbidienza di Adamo ed Eva.
Genesi 3:19 - "Mangerai il pane con il sudore del tuo volto, finché
tu ritorni nella terra da cui fosti tratto; perché sei polvere e in
polvere ritornerai."
Genesi 3:23-24 - Dio il Signore mandò via l’uomo dal giardino
d’Eden, perché lavorasse la terra da cui era stato tratto. Così egli
scacciò l’uomo [e la donna] e pose a oriente del giardino d’Eden i
cherubini, che vibravano da ogni parte una spada fiammeggiante, per
custodire la via dell’albero della vita. |
Battello Nave |
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Chiaro riferimento a Noè nellarca: erano presenti Noé e sua moglie,
i tre figli e le loro mogli. Otto persone in tutto.
Genesi 7:13 - In quello stesso giorno Noè, Sem, Cam e Iafet, figli di
Noè, la moglie di Noè e le tre mogli dei suoi figli entrarono con loro
nell’arca. |
Esiste, quindi, al di là di differenze antropologiche locali, una comune
matrice nella cultura umana? E’ quanto si chiedono vari ricercatori moderni,
sicché sono molti i cosiddetti “universalisti” i quali sostengono che le
implicazioni culturali racchiuse nello stesso processo di diffusione del
linguaggio prevede un linguaggio (e quindi una ideologia) primordiale comune[7].
Oggi la cultura si creolizza; ieri si era babilonizzata. Ciò che
originariamente apparteneva ad una cultura muta, si trasforma nel suo
significato particolare, nazionale, etnico e quindi diverso.
Tornando in modo più stretto ai termini di “linguaggio”, riteniamo, al pari
di molti ricercatori moderni, che il linguaggio primordiale (quindi comune,
prima delle lingue particolari), si riferisse alla formale organizzazione di
suoni e di segni in contenitori paradigmatici (cioè semantici)[8]. L’immagine,
potremmo quasi dire, alle origini, è una sorta di precipitato rituale di
un’esperienza emozionale forte, reiterata probabilmente per millenni. Ma per
comprendere questa esperienza delle origini
non abbiamo, paradossalmente, che il suo “precipitato figurativo”[9]. Per questo
linguaggi antichi (ideogramma, simbolismo biblico), sono cariche di assonanze di
tipo emozionale. Dal raffronto fra termini (e linguaggi) in apparenza diversi
(ma pur sempre simbolici e figurativi), potremmo, allora, essere portati a
pensare che il “contenitore formale” dell’emotività abbia potuto trovare e
mantenere nel tempo, come una sorta di “archetipo figurativo”, espresso sotto
forma di particolari tipologie grafiche (il cinese e quello ebraico). Certamente
alcuni ideogrammi preistorici sembrano conservare la memoria di una originaria
derivazione naturalistica. La loro probabile origine è ben evidenziata da
Leroi-Gourhan che vede in certi segni allungati (“lineette, bastoncini, file di
punti”) la schematizzazione di rappresentazioni realistiche maschili (falliche)
e in certi segni pieni (“ovali, triangoli, rettangoli”) la semplificazione di
rappresentazioni realistiche femminili (vulvari).
E questo tanto nel cinese antico, nell’egiziano e nelle antiche forme di
scrittura ebraica. E se l’accostamento sembra eccessivo si consideri che,
secondo gli ebraisti, ogni lettera dellAlef-Beit ebraico è un vettore denergia
e di luce divina, che agisce sulla consapevolezza umana in modo triplice:
tramite la sua forma, nome, valore numerico. Infatti per la tradizione ebraica
le lettere sono cariche di una energia trascendente che lega lumanità alla
ragione stessa del suo divenire escatologico. Ogni lettera ebraica è un canale
tramite il quale vengono riversati nel mondo correnti di purissima energia, che
si differenziano a seconda dellaspetto grafico, del suono, del significato del
nome, e del valore numerico della lettera in questione[10]. Tutto questo non è
forse prossimo all’idea cinese di “nome” e di “parola”?
A cura di: Carlo Di Stanislao
Referenze
[1] Albanese A.: La lingua cinese e le sue principali caratteristiche, Ed.
CLUEB, Milano, 1989.
[2] Madaro F.: Ta ma de e altre insolenze. Il linguaggio trasgressivo nel cinese
moderno, Ed. Libreria Cafoscarina, Venezia, 1998.
[3] Kang C.H., Nelson E.: The Discovery of Genesis,
http://www.ocf.berkeley.edu/~wwu/chinese/bible.shtml, 2003.
[4] Yung-Yi H.: Analisi degli ideogrammi. Introduzione alla lingua cinese, Ed.
Cisalpino, Milano, 1989.
[5] Wilder G.D., Ingram J.H.: Analysis of Chinese Caracters, Ed. Dover
Publishing , New York, 2002.
[6] AAVV: 365 giorni con la Bibbia, Ed. Paoline Editoriale Libri, Roma, 2001.
[7] .Cowan K., Dembour M.B., Wilson R.A. (eds.): Culture and Rights.
Anthropological Perspectives, Ed. University Press, Cambridge, 2001.
[8] Brusa-ZAppillini G.: Arte delle origini/Origini dell’arte. Sulla nascita
delle immagini, Ed. Arcipelago, Milano, 2002.
[9] AAVV: Atti del XIV Congresso Nazionale “Immagini, simboli e società”, Ed.
Centro Cumano degli Studi Preistorici, Capo di Ponte (Brescia), 1996.
[10] Chiesa B. (a cura di): Corso di ebraico biblico, Ed. Paideaia, Roma, 1986.
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