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Le piante medicinali e il loro uso

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Da questo mese Beltade inizierà ad occuparsi di piante medicinali e di come utilizzarle per curarsi. Il numero di persone che si rivolge ai preparati vegetali è in continuo aumento, ma molti di coloro che utilizzano questo tipo di rimedi non tengono conto del fatto che agiscono con meccanismi simili a quelli dei farmaci tradizionali e che, prima di assumerli, bisognerebbe valutare tanto i possibili benefici quanto gli eventuali rischi.

Un recente studio condotto in Inghilterra ha evidenziato che, almeno per quanto concerne le piante medicinali di più largo consumo (ginkgo, ginseng, echinacea ecc.), i benefici superano, comunque, i rischi. Ma da questo studio è risultato anche quanto ci sia ancora da scoprire su queste cure e come, inoltre, si presti poca attenzione alla qualità dei prodotti naturali. Questi prodotti, e ciò soprattutto nel nostro paese, rientrano nella categoria degli integratori alimentari e solamente alcune tra le piante medicinali rientrano nella “Farmacopea”; in pratica, nella maggior parte dei casi non c’è nessuna garanzia di qualità.

Una nota positiva riguarda invece l’atteggiamento della comunità medica nei confronti dell’utilizzo delle piante medicinali; si è passati da un sostanziale rifiuto ad un grande interesse, nonché alla costituzione di alcune associazioni mediche che si occupano di fitoterapia. Data l’enorme massa di informazioni, non sempre precise, relative all’utilizzo di piante medicinali, è comunque sempre consigliabile prestare attenzione all’attendibilità della fonte.

Per concludere, ecco alcuni cenni sui più tradizionali metodi di utilizzo delle piante; per chi non lo sapesse, infatti, la scelta del modo di utilizzare la stessa pianta varia in funzione della specifica patologia. Si tenga presente, tra l’altro, che il riscontro dei benefici derivanti dall’uso delle erbe necessita di un tempo maggiore rispetto a quello dei medicinali tradizionali e che è buona regola, prima di incominciare qualunque cura con le erbe, testare, con piccole quantità, eventuali reazioni negative del proprio organismo.

I principali metodi di utilizzo sono:
L’infuso; sulla pianta medicinale, messa in un recipiente apposito (es. teiera), viene versata acqua bollente. A recipiente coperto, si lascia in infusione per circa 10-15 minuti. L’infuso si utilizza per le parti tenere della pianta, quali fiori o foglie, oppure per parti dure come i semi (finocchio, anice).
Il decotto; si prepara partendo da acqua fredda che si porta ad ebollizione, a contenitore coperto. Il tempo di bollitura dipende dalla pianta utilizzata, mentre la successiva infusione, sempre a recipiente coperto, varia tra i 5 e i 10 minuti.
La tisana è una preparazione con una bassa percentuale di erbe; se, infatti, nel decotto se ne utilizza il 3-5%, nella tisana la percentuale si limita all’1%. Esistono poi molti altri metodi di utilizzo, tra cui l’impacco, il cataclasma, le tinture, gli enoliti, gli oleoliti, gli estratti, gli unguenti ecc.

In ogni caso è buona norma seguire alcune avvertenze: utilizzare solo il preparato prescritto - la pomata e l’estratto alcolico di una stessa pianta possono avere effetti diversi - e controllare se è stata consigliata una parte specifica della pianta; i fiori, le radici e i semi di una stessa pianta possono infatti contenere principi attivi diversi. È inoltre sempre preferibile utilizzare prodotti erboristici provenienti da coltivazioni biologiche, che non dovrebbero contenere residui di antiparassitari; controllare che l´etichetta sulla confezione acquistata in farmacia o in erboristeria riporti esattamente il nome completo della pianta e le specifiche della preparazione; non superare mai le dosi prescritte: quantità diverse di uno stesso principio possono avere effetti diversi e anche opposti; rispettare i tempi prescritti per la cura, comprese le eventuali interruzioni tra un ciclo e l’altro. Da evitare, nel modo più assoluto, è la pratica di raccogliere personalmente le piante spontanee: è indispensabile aver seguito corsi specifici per essere in grado di distinguerle; varie piante tossiche possono facilmente essere confuse con piante curative, con conseguenze anche gravi.




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