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                       Le ulcere delle gambe sono definite, in Medicina Cinese, lian chuang, “piaghe 
degli stinchi” e trattate, in modo sistematico, in un testo della fine del XVII 
secolo[*]. Esistono 4 cause primarie per le ulcere delle gambe: calore umido che 
si accumula nella regione inferiore; insufficienza di Milza-Pancreas che 
determina umidità, stasi di sangue e qi,; e insufficienza di yin del Fegato e del 
Rene[1].  Attualmente la Medicina Cinese categorizza le ulcere in mediali e 
laterali: le mediali sono associate ai tre canali dello yin del piede e di 
solito sono dovute alla formazione del fuoco derivante da carenza di yin e sono 
spesso difficili da trattare. Il trattamento mira ad arricchire e tonificare lo 
yin. Le ulcere laterali corrispondono ai tre canali yang del piede e spesso si 
sviluppano a causa di calore umido e sono più facilmente risolvibili. La 
strategia di trattamento per questo tipo di ulcere mira ad eliminare il calore e 
disperdere l’umidità[2].  In agopuntura la strategia di trattamento e la 
prescrizione dei punti dovrebbero essere basate sul principio che le ulcere 
mediali corrispondono ai tre canali yin del piede e sono dovute a insufficienza 
di fuoco; le ulcere laterali invece, corrispondono ai tre canali yang del piede 
e sono causate di solito da condizioni di calore umido[3]. Così oltre ai punti 
prossimi alle lesioni i punti da selezionare per le ulcere mediali dovrebbero 
passare per i tre canali yin del piede, mentre i punti per le ulcere laterali 
dovrebbero essere scelti nell’ambito dei tre canali yang dei piedi[4].  Un 
nostro studio del 1996 dimostra che l’azione sui punti yumen (Lu 2), foutu (LI 
18) e fuliu (KI 7), stimola la weiqi e favorisce la riparazione dell’ulcera[5]. 
Quando l’ulcerazione è esaudante e l’area perilesionale flogistica è utile, 
secondo i classici, il punto zhigu (6TB)[6]. L’area delle ulcere che si 
presentano fredde al tatto e pallide possono essere trattate con procedimento di 
moxibustione indiretta con zenzero o aglio. I coni di moxa, o qualsiasi delle 
polveri medicinali combinate con la moxa, possono essere bruciate su delle 
strisce di zenzero o di aglio che possono essere poste direttamente sull’ulcera. 
Il trattamento si può sospendere quando l’area diventa calda. La terapia deve 
proseguire per una volta al giorno, finché l’area circostante le ulcere non 
ritorni ad essere calda[7].  
 Un eccellente preparato per uso esterno è il decotto Wu Wu Dan, composto da gr 5 di Gypsum calcinato (duan shi gao) e altrettanti di 
Mimium (qian dan), che si usa in forma di polvere nel corso di lesioni che 
mostrano detriti necrotici o indurimento ed emanano cattivo odore[8]. Molto 
interessante è anche il tipico “Formula Mantello di Fenice” (fèng huàng yì fàng) 
che si prepara del modo seguente: si sterilizza il guscio di un uovo con alcool, 
e poi si pratica una piccola apertura per svuotare il contenuto dello stesso, 
usando poi una pinza sterile chirurgica, rimuovere delicatamente la membrana 
dell’uovo attraverso l’apertura che verrà immediatamente applicata sull’ulcera. Se la lesione presenta una ingente essudazione, si consiglia di fare delle 
piccole aperture sulla membrana e di applicarvi una copertura, da cambiare una 
volta al giorno, al fine di permettere l’assorbimento dell’essudato. Le membrane 
devono essere cambiate ogni 2-3 giorni, sebbene molti testi sostengano che dopo 
1-2 applicazioni si mostri già la guarigione[9]. Nelle forme più gravi e congeste, con evidente ipertono e stasi venosa (vedi 
foto), utile, per bocca 
e due volte al dì, il preparato mù guà bìng làng sàn (polvere di Chaenomeles e 
Areca), così composto[10] [11]:
 
  - Semen Arecae Catechu (bing lang) - Fructus Chaenomelis Lagenariae (mu gua)
 - Folium Perillae Frutescentis (zi su ye)
 - Pericarpium Citri Reticulatae (chen pi)
 - Radix Glycyrrhizae Uralensis (gan cao)
 - Radix Aucklandiae Lappae (mu xiang)
 - Radix Angelicae Sinensis (dang gui)
 - Radix Paeoniae Rubrae (chi shao)
 Combinando queste strategie a trattamenti topici e generali di tipo 
convenzionale (gel piastrinico, colla di zinco, acido ialoronico, 
reonormalizzanti) si ottengono risultati sorprendendi anche in forme 
recalcitranti o decisamente refrattarie. In alcuni casi si rende necessario 
associare agopuntura, gel piastrino, impiego di miele per via topica, terapia 
generali antiaggreganti e venotrope e termostimolazione differenziata con 
apparecchiature particolari (sistema Tinki). 
 A cura di: Carlo Di Stanislao
 Indirizzo per chiarimenti
 Carlo Di Stanislao
 E-mail: dermoaq@libero.it
 
 
 Note[*] Libro sulle Esperienze nelle Ulcere, pubblicato nel 1695 da vari AA.
 
 Bibliografia
 [1] De-hui S., Rui-fen X., Wang N. : Manuale di Dermatologia in Medicina Cinese, 
Ed. CEA, Milano, 1997.
 [2] Lin L.: Diagnosis and Treatment of Skin Diseases of TCM, Ed. Hai Feng 
Publishing House, Hong Kong, 1995.
 [3] Roustan C.: Traité D’Acupuncture, Voll I-III, Ed. Masson, Paris, 1980-1983.
 [4] Colin D.: Wai Ke, Ed. Colin, Paris, 1989.
 [5] Di Stanislao C.: Le malattie della pelle in MTC, www.sowen.it/Area 
Studenti/Materiale Didattico, 2000.
 [6] De Franco L.: Ode sui principali trattamenti dei sessantasei punti, 
http://www.agopuntura.org/area/defranco/ode%20sui%20principali%20trattamenti%20dei%20sessantasei%20punti.htm , 
2003.
 [7] Tursi R., Ruta F.: Moxa. Terapia orientale con le «Iniezioni di fuoco», Ed. 
Hermes, Milano, 1997.
 [8] You-wa C.: Manuale di fitoterapia. Le proprietà delle piante medicinali 
cinesi e il loro uso nelle più comuni affezioni della vita quotidiana, Ed. 
Tecniche Nuove, Milano, 1992.
 [9] Silei M., Yi Shen D.: Curarsi con la medicina tradizionale cinese. Guida ai 
prodotti, Ed. Primerano, Milano, 1999.
 [10] Bensky D., Barolet R.: Farmacologia Cinese. Formule e Strategie, Ed. CEA, 
Milano, 2001.
 [11] Sotte L., Di Chiara M. (a cura di): Piante Medicinali Cinesi, Ed. Red/Studio 
Redazionale, Como, 1993.
 
 
                    
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