Einstein è out, l’educazione fisica è in: questo è quanto
rilevato nella classifica delle materie più amate dagli studenti italiani. Le
materie più amate sono educazione fisica e arte, preoccupante la situazione per
le scienze naturali: chimica e fisica sono relegate alle ultime posizioni.
Questi sono i risultati di una significativa inchiesta promossa dal colosso
della chimica Sasol Olefins & Surfactants. L’analisi dei risultati dello studio
di Pisa non ha rilevato nessuna inversione di tendenza in merito alla popolarità
delle scienze naturali. Lo studio Sasol mostra, inoltre, che la maggior parte
degli italiani intervistati ha generalmente un’opinione negativa della chimica.
Per un buon 70% dei ragazzi italiani intervistati e un 60% dei tedeschi l’ora
di educazione fisica è considerata l’ora di scuola più attesa. Seguono, a
netta distanza, la storia e le lingue straniere, entrambe con il 39%. In
posizione intermedia si trovano la matematica (33%), la geografia (33%),
l’italiano e l’arte (entrambi 30%). Le scienze naturali suscitano l’entusiasmo
di pochissimi studenti. Un intervistato su quattro dichiara di non amare
particolarmente la fisica(23%) e la biologia (22%). La materia meno amata dagli
italiani è la chimica. Stando allo studio, solo il 18% degli studenti la
considera come la propria materia preferita.
In Germania, l’arte si trova in seconda posizione con poco meno del 41%, seguita
dalla storia (32%) e dalla matematica (31%). Le posizioni centrali spettano a
materie quali l’inglese (30%), la geografia (30%) e il tedesco (28%). Soltanto
un intervistato su cinque degli oltre 1000 individui del campione indica la
chimica o la fisica come la propria materia preferita (entrambe al 19%).
Sconfortante quindi la situazione della chimica, al nord come al sud delle Alpi.
I giovani italiani diffidano della chimica anche nella vita di tutti i giorni
Almeno il 57% degli italiani è dell’opinione che molti progressi della
medicina non sarebbero stati possibili senza la chimica. Allo stesso tempo, la
situazione italiana è caratterizzata da una molteplicità di paure. Secondo lo
studio, circa un terzo degli italiani (32%) teme il verificarsi di incidenti
chimici, e uno su cinque ha paura di restarne vittima. Il 30% degli italiani
intervistati ritiene che le sostanze chimiche avvelenino il cibo. Nei ragazzi
tedeschi la paura di incidenti chimici è minore. Il che vuol dire che tra i
tedeschi è sentito con più interesse il problema dell’inquinamento ambientale
dovuto alla chimica (39%), senz’altro più che in Italia (24%). Invece, solo il
17% dei tedeschi teme lesioni personali causate da incidenti chimici.
A dispetto dell’incessante ripresa del mercato del lavoro, la disoccupazione
giovanile ha registrato in Italia il picco massimo attestandosi su livelli
superiori al 40%. Tuttavia le possibilità di lavoro offerte dall’industria
chimica non sono state prese molto in considerazione dai giovani italiani: solo
il 18% circa degli italiani ritiene che in Italia il settore chimico possa
assicurare molti posti di lavoro, e un numero ancora minore degli intervistati
prende in considerazione l’idea di lavorare per un’azienda chimica (9%). Al
contrario, nel mercato del lavoro tedesco, il settore chimico suscita interesse
come potenziale luogo di lavoro: più di un terzo degli intervistati è
dell’opinione che esso possa offrire molti posti di lavoro (34%); tuttavia, solo
un numero minimo di giovani tedeschi riesce a immaginarsi occupato in un’azienda
chimica (12%).
"Il settore chimico rappresenta un importante datore di lavoro in Italia e
addirittura il quarto maggior datore di lavoro in Germania. Nonostante questo,
l’interesse per materie come la chimica e la fisica resta tutt’altro che
positivo", questo il commento ai risultati dell’inchiesta rilasciato da Götz
Lachmann della Sasol Olefins & Surfactants.
"Nel quadro della riforma del sistema scolastico ne fanno le spese le
aziende, ma anche le politiche in materia."
Lo studio Sasol
Per il rappresentativo studio "Opinioni e punti di vista degli studenti
sulla chimica" sono stati intervistati 722 ragazzi italiani di età compresa tra
i 13 e i 19 anni. In Germania sono stati intervistati 1.032 ragazzi e adulti di
giovane età. Ciascuna intervista è stata condotta sotto forma di conversazione
privata.
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