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Di Villa in cantina in bici lungo il Livenza

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Si rilassa a bordo piscina, si concede una partita a tennis tra un itinerario e l’altro, si lascia coccolare dalla cucina raffinata degli hotel di charme. È il nuovo cicloturista che preferisce lasciare l’auto per concedersi il piacere del ritmo lento delle pedalate, del vento tra i capelli e dell’osservazione della natura.

Per gli amanti delle due ruote un itinerario affascinante è sicuramente quello lungo la Livenza, al femminile, come chiamano il fiume gli abitanti delle sue rive. Si parte da Polcenigo, in provincia di Pordenone. Di fronte, guardando verso nord, c’è il bosco del Cansiglio e le Prealpi. Già alle sue sorgenti il fiume regala uno scenario naturalistico stupendo. Sì, perché le sue sorgenti sono tre e distano poche centinaia di metri l’una dall’altra. In località Molinetto le acque limpidissime fanno da specchio al verde tanto intenso della natura da sembrare irreale. Qui fu ritrovato un villaggio palafitticolo. L’altra sorgente ampia e luminosa caratterizza il paesaggio circostante in località "La Santissima" dal nome del santuario che si specchia nel fiume dedicato alla Santissima Trinità che custodisce importanti opere d’arte, tra cui un altare ligneo di grandi dimensioni attribuito a Domenico da Tolmezzo risalente alla fine del 1400. La terza sorgente, altro punto di partenza dell’escursione, è alle fonti del Gorgazzo, una profondissima grotta dove sgorgano acque eccezionalmente limpide color smeraldo. Dopo poche centinaia di metri i tre punti di partenza confluiscono sul ponte sul Livenza in località Pianca. 

Ora si parte per un viaggio d’altri tempi nel silenzio della natura, fuori dal traffico motorizzato attraverso strade secondarie, in un alternarsi tra la riva destra e quella sinistra del fiume fino alla foce di Caorle, tra zone umide e campi coltivati, tra l’opera della natura e quella dell’uomo. Così si potranno scoprire località di solito fuori dagli itinerari turistici tradizionali, entrare, al ritmo lento, nell’intimità delle tradizioni locali, conoscere Polcenigo con le sue ville e i suoi palazzi, assaporare gli odori di una natura poco nota. 
L’itinerario ci porterà all’elegante e raffinata Sacile, a Portobuffolè, meta di villeggiatura dei nobili veneziani, fino a San Stino di Livenza passando per Ponti di Tremeacque, punto di confluenza del Livenza e del Meduna. I dintorni sono caratterizzati da ville patrizie tra cui spicca Villa Luppis a Rivarotta di Pasiano, in provincia di Pordenone, immersa in un rigoglioso parco, passando per il centro di Motta sul Livenza. Da San Stino comincia il basso corso che ci porterà a Caorle dal bel centro storico caratterizzato da calli, campielli e viuzze tipiche dell’architettura veneto-lagunare.

Carlo Favot ha pensato bene di pubblicare un’agile guida - corredata con tanto di elenco e numeri di telefono di tutti i meccanici sparsi lungo il tragitto - dal titolo "Livenza in bicicletta" utile per chi volesse cimentarsi in questo itinerario dalle Alpi all’Adriatico. Il libro è diventato anche un grazioso omaggio che Villa Luppis, ora raffinato hotel quattro stelle, riserva ai suoi ospiti. La storia della Villa è antica, risale agli inizi dell’XI secolo come convento dei monaci Camaldolesi.
Secolarizzata da Napoleone agli inizi del 1800, la Villa fu acquistata dalla famiglia Chiozza-Luppis. E’ una dimora di intenso fascino con il suo ampio parco, l’antico porticato che porta all’ingresso dell’hotel e il profumo dei fiori a dare il benvenuto. Nella hall è visibile l’antico muro trecentesco che si apre ad arco sul parco e la terrazza antistante il salone centrale immersa nel verde. La reception, poi, è un tocco di classe realizzata con un mobile seicentesco dietro al quale stanno due pale del 1500 raffiguranti San Gregorio Magno. Tutt’intorno salottini per rilassarsi o conversare amabilmente, magari con il sottofondo musicale del pianoforte.

Dopo la pedalata lungo il Livenza ci si può concedere di una nuotata tonificante nella piscina e ai bordi della quale potremo sorseggiare un cocktail preparato con sapienza. Ma è solo un piccolo assaggio delle tante ricette di Villa Luppis che stupisce con i menù d’autore, prese dalle opere di Flaubert, Camus, Tolstoj, De Maupassant, Blixen, Canetti, Cabriel Garcìa Marquez e altri. A suggellare il tutto le 39 camere, una diversa dall’altra nell’arredamento e le tre suite: la Rosa, con mobili Luigi XVI e affresco francese, l’Azzurra e l’Antica. 

Il pacchetto weekend "Lungo il Livenza in bicicletta", dal treno alla bicicletta, valido per tutto il 2003, costa 450 mila lire a persona e comprende: due pernottamenti, cena "gourmande" in musica, cena di gala "Dinner & Dance", pranzo in Villa, pranzo "di percorso", visita ad una cantina con acquisti privilegiati, noleggio biciclette, libro e guida, trasferimenti da e per la stazione ferroviaria (per chi arriva con il treno) e sino alla base di partenza dell’itinerario in bici. A Villa Luppis, con la chiave, vi viene data anche una "shopping card", una tessera che vi permette di accedere agli spacci aziendali di alcune tra le più eleganti sartorie (Zegna, Piana, Schofield & Smith, ecc.), di laboratori alimentari tipici e di cantine.

Villa Luppis è a Rivarotta di Pasiano, in provincia di Pordenone,
tel. 0434-626969, fax 0434-626228
E-mail: hotel@villaluppis.it sito: www.villaluppis.it


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