Autori:
Carlo Di
Stanislao, Maurizio Corradin, Francesco Deodato,
Carlo
Dammassa, Guido Beranrdini.
Premessa1
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Molti elementi comuni alle tradizioni dietologiche erudite
delle culture asiatiche ed amerinde rappresentano i fondamenti di una corretta
dietetica in senso moderno. L’alimentazione corretta deve tenere conto della
costituzione, dell’età, del sesso e delle condizioni generali
dell’individuo. Non tutto quello che viene ingerito è anche digerito e,
quindi, quantità o qualità inadeguate di cibo servono solo ad appesantirci e
danneggiarci. La capacità reattiva dell’organismo è influenzata da
condizioni sia congenite che acquisite, ma una corretta alimentazione fa variare
sia la patergia che la predisposizione individuale. Sebbene la costituzione sia
in gran parte trasmessa ereditariamente, una alimentazione adeguata, associata a
esercizio fisico, corretta respirazione e assenza di stress contribuisce a
quella risposta d’insieme (psiconeuroimmunoendocrina diciamo, modernamente)
che realizza il mantenimento dei livelli omeostatici ottimali.
L’alimentazione è in grado di influenzare non solo
la forma esterna del corpo, ma anche funzionalità e struttura degli organi
interni e tutta l’energia di cui l’individuo dispone. L’aria è un
alimento vitale come il cibo ed una corretta respirazione è alla base di una
corretta assimilazione e della
preservazione dello stato di salute. I cibi freschi e "puri" (senza inquinanti
chimici) sono sempre da preferire, come anche di grande importanza è
l’assunzione di adeguate quantità di acqua. L’acqua
è, per eccellenza, un rimedio "purgativo" naturale, in grado di
scogliere le sostanze di rifiuto e di veicolare all’interno i nutrienti. E’
importante rammentare che la masticazione è alla base della digestione e solo
masticando bene si può sperare di assimilare i cibi in modo corretto.
L’esame delle dietetiche-mediche tradizionali, poi,
consente di osservare (con gli occhi della scienza moderna), che esse
racchiudono conoscenze antichissime, frutto di una millenaria ed ininterrotta
ricerca di armonia fra l’uomo e l’ambiente.
Queste dietetiche, spesso mistico-religiose, hanno
sempre radicati fondamenti scientifici, elaborati
in modo empirico, per far fronte a precise esigenze di benessere
fisico e spirituale. Va quindi detto che le dietetiche tradizionali, nate da arti mediche basate su simboli e
particolarissime visioni dell’uomo e del mondo, sono comunque
caratterizzate da ragionamenti intellettualmente coerenti, diversi fra
loro, ma tutti in grado di integrarsi con la biomedicina occidentale. Non siamo fra coloro che plaudono in modo
entusiastico alla "New Age" e non siamo convinti che si debba
guardare all’Oriente o alle civiltà tradizionali negando la nostra
realtà scientifica. Tuttavia,
siamo persuasi che alcuni modelli medici non scientifici (il cinese,
l’indiano, il pre-colombiano, ecc.), possano soddisfare in modo puntuale
le esigenze dell’uomo contemporaneo. Questo a patto di saper adattare le
linee guida di una medicina alle esigenze contingenti del paziente e del
luogo. |
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Ogni arte medica, infatti, è storicamente e
geograficamente segnata e non saperla trasportare ed adattare alle diverse
esigenze, significa spegnerla nei suoi significati più profondi. Ogni Medicina nasce in un preciso contesto
culturale e ne utilizza linguaggio e convenzioni per poter comunicare senza
incertezze quanto viene osservato. Come i
dati della Medicina occidentale vengono trasmessi in termini quantitativi
utilizzando il sistema metrico, così le osservazioni delle medicine naturali
vengono rese nei termini (misure, immagini, convenzioni) propri dei paradigmi
culturali da cui nascono e che molte volte sono in grado di rendere aspetti
qualitativi altrettanto bene di quelli quantitativi4.
La Medicina ufficiale ha abituato i pazienti e,
purtroppo, anche molti medici a considerare l’intervento terapeutico (e in
particolare quello farmacologico) come una semplice correzione di un guasto
biofisico e non come un’interazione con un organismo estremamente complesso e
spesso poco conosciuto. Una risposta "anomala" o una non risposta al
farmaco non trova a volte un’adeguata spiegazione, tant’è vero che si parla in
certi casi non di farmaci inefficaci, ma di pazienti "non-responder". L’approccio
terapeutico naturale è invece, nel complesso, rispettoso e consapevole delle
dinamiche energetiche di ogni individuo. Il mitico medico
Vietnamita Tue Tinh passò l’intera esistenza ad adattare gli insegnamenti
classici della medicina cinese alle necessità della sua gente ed alla fine
della sua ricerca critica, scrisse “ciò che giova ad un popolo può essere
veleno per un altro”, indicando che, anche nella dieta, il tipo e la qualità
del cibo vanno modificate per aree geografiche ed etnie.
Medicina
Tradizionale Cinese (differenze con la macrobiotica e generalità)5
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La dietetica è una branca della medicina
tradizionale cinese e, come tale, ne condivide i fondamenti filosofici. Per la
filosofia taoista, il mondo è un divenire continuo la cui forza propulsiva
deriva dalla dinamica dello yin e dello yang. Si tratta di due categorie
concettuali con le quali è possibile interpretare i fenomeni naturali. Nella
tradizione cinese lo yin comprende ciò che è "sul lato in ombra della
collina", mentre lo yang ciò che è "sul lato soleggiato". Per
capire meglio questa categorizzazione è utile fare alcuni esempi schematici.
YIN |
YANG |
buio |
luce |
scuro |
chiaro |
freddo |
caldo |
umido |
asciutto |
nascosto |
visibile |
femminile |
maschile |
movimento
di raccolta |
movimento
di espansione |
passivo |
attivo |
Grazie a questi due concetti riusciamo dunque a scorgere nelle dinamiche
naturali elementi opposti e complementari dai quali scaturisce il movimento del
cosmo. Yin e Yang infatti sono opposti e complementari e si trasformano l’uno
nell’altro, come la notte cede il passo al giorno e l’inverno alla primavera. Si
tratta inoltre di due categorie relative, infatti non esiste nulla di totalmente
yin o totalmente yang, ma nel massimo di espansione di uno di essi è già
racchiuso il germe che darà vita all’opposto, come è ben rappresentato nel
simbolo del Dao. Per esempio, pensiamo come al culmine della notte comincia a
rischiararsi l’orizzonte oppure al fatto che il contatto col freddo estremo
produce gli stessi effetti di quello col calore estremo: un’ustione. Così un
albero è sicuramente yang se confrontato con un sasso, perché si espande e si
muove al vento, mentre il sasso è immobile e tende verso la terra, ma sarà yin
se comparato all’uomo, che si muove liberamente ed ha il sangue caldo. Anche la
dietetica applica queste categorie allo studio dei cibi.
Occorre qui fare una precisazione per evitare dei malintesi. Nella
cultura della dietetica naturale è entrata a far parte negli ultimi
cinquant’anni la Macrobiotica, una scienza dietetica nata in Giappone e basata
su un’interpretazione originale della teoria medica cinese. La confusione nasce
dal fatto che i concetti di yin e yang utilizzati dalla Macrobiotica sono
applicati a categorie molto diverse e a volte addirittura opposte rispetto a
quanto fa la medicina cinese. Per esempio viene considerato yin il calore,
vengono considerati yang i vegetali crudi, ecc. La Macrobiotica usa spesso il
termine yang per definire l’energia primordiale, che invece per i cinesi è
un’energia molto yin. Ne consegue nell’applicazione pratica una difficoltà
nell’accostare e comparare le due teorie. La Macrobiotica inoltre si basa su
convinzioni abbastanza diverse e in genere più rigide rispetto alla dietetica
cinese.
La nostra alimentazione deriva principalmente da prodotti della terra o
dell’acqua, quindi potremmo dire che l’alimentazione è un fenomeno yin rispetto
alla respirazione, in quanto l’aria che respiriamo appartiene al cielo che è
yang rispetto alla terra o all’acqua. Possiamo dire poi che i cibi di origine
animale sono più yang di quelli vegetali, in quanto gli animali sono dotati di
movimento. Fra gli animali inoltre i volatili saranno più yang degli animali
terricoli e questi saranno più yang dei pesci. Fra i vegetali allo stesso modo
le foglie e i cereali saranno più yang rispetto alle radici e ai tuberi. La
dietetica cinese studia poi in dettaglio i cibi considerandone diverse
caratteristiche. Vengono presi in considerazione principalmente i sapori e gli
odori, la forma, la consistenza, la "natura" (intesa come l’effetto
termico che il cibo produce ingerendolo) e il "movimento" (cioè la
direzione che il cibo fa prendere all’energia che scorre nel nostro corpo) e i
meridiani ai quali il cibo indirizza le sue azioni. Ognuna di queste
caratteristiche può essere già definita in base alla teoria yin-yang. Ad
esempio l’odore è più immediato e volatile, più sottile rispetto al sapore,
quindi più yang. Il sapore, a sua volta è più yang della forma, legata alla
consistenza fisica (yin) del cibo. A loro volta i sapori, gli odori, le
"nature" dei cibi vengono distinti in yin e yang. Quando consideriamo un cibo dunque possiamo
analizzarlo in termini del suo equilibrio fra componenti yin e componenti yang.
Esaminiamo alcuni cibi per
mettere in pratica queste distinzioni. La carne di maiale ha una natura
neutra, quindi non raffredda né riscalda l’organismo. Il suo sapore è dolce
(sapore yang), ma anche salato (sapore yin). Il maiale è inoltre un animale (yang),
ma con abitudini sedentarie (yin), quindi possiamo considerare quest’alimento
come equilibrato, nel senso che la sua assunzione moderata non altera in modo
particolare le dinamiche energetiche del nostro corpo. La carne di maiale
infatti, a differenza di altre carni che sono in genere di natura riscaldante,
è indicata come rimedio nelle malattie febbrili con consumo dei liquidi. La
carne di montone invece ha una natura tiepida (yang) e un sapore dolce (yang).
Il montone inoltre è un animale (yang) dal temperamento aggressivo (yang). Si
tratta dunque di un cibo decisamente yang e riscaldante. Infatti questa carne è
consigliata nelle stagioni fredde e nelle patologie caratterizzate da un deficit
dello yang del nostro organismo. Dagli esempi illustrati si può già intuire un
concetto importante della dietetica cinese. I cibi agiscono sull’equilibro
yin-yang del nostro organismo, quindi possono alterarlo o correggerlo. E’
per questa ragione che la dietetica cinese è un’efficace rimedio terapeutico ed
è per lo stesso motivo che i cinesi consigliano di consumare cibi dalle
caratteristiche equilibrate per mantenere la salute. Se ciò che mangiamo (farmaci inclusi) diventa parte di noi, è logico
pensare che, nel medio-lungo periodo, attuando precise scelte alimentari noi
possiamo modificare profondamente il nostro organismo. Da questa intuizione
nasce la consapevolezza del potere terapeutico della dieta, intesa come un
regime programmato di alimentazione.
|
Anche nell’impiego pratico della dietetica, la Medicina Cinese segue il
principio dell’armonia fra uomo e cosmo. La scelta dei cibi per essere di
giovamento deve seguire le stagioni, anche perché, studiando la natura e
i sapori degli alimenti, scopriamo che ogni stagione ci offre proprio le
giuste combinazioni di qualità necessarie per affrontare il suo clima e
per preparare le energie del nostro corpo alla stagione che verrà. Allo
stesso modo in cui una dieta armoniosa ci mantiene in equilibrio, una
scelta appropriata di cibi può correggere uno squilibrio energetico.
Anche nelle nostre tradizioni, pur lontane dalle teorie della Medicina
Cinese, troviamo questo tipo di indicazioni. Per esempio il "vin brulè",
consigliato dai bisnonni in caso di esposizione al freddo e all’umidità:
secondo i cinesi è un alimento caldo e piccante, ha quindi una natura e
un sapore adatti per fare sudare e per fare così espellere il freddo dal
nostro corpo. Il latte col miele per le tossi secche funziona umidificando
le vie respiratorie con due alimenti dolci che hanno proprio un tropismo
energetico (altra qualità del cibo studiata dalla dietetica cinese) per i
polmoni. L’uso del caffè forte per calmare alcuni tipi di cefalea è
anch’esso patrimonio della nostra tradizione. |
Gli esempi riportati, in realtà, dal punto di vista della Medicina
Cinese sarebbero già delle prescrizioni farmacologiche, perché alimenti quali
alcol, latte, spezie, caffè sono considerati energeticamente molto potenti e
quindi da usarsi solo in presenza di squilibri energetici. Pensiamo quanto
spesso noi usiamo questi cibi in eccesso e proviamo ad immaginare gli
sconvolgimenti che questo consumo può provocare nei nostri equilibri!
Ma anche i normali alimenti possono influenzare profondamente, anche se
lentamente, la nostra salute nel bene e nel male. Le caratteristiche proprie di
ogni cibo possono essere utilizzate come tali o modificate adottando i metodi di
preparazione adeguati. Nella dietetica cinese sono contemplati moltissimi metodi
di preparazione e di cottura, ognuno in grado di apportare raffinati e specifici
cambiamenti nel cibo. Facciamo un esempio. Il riso è un alimento neutro e
dolce, con un’azione tonica sull’energia. La bollitura rende questo alimento
leggermente tiepido, mentre la cottura al vapore ne mantiene la natura neutra.
Se vogliamo dare al riso una connotazione più calda, potremo saltarlo in
padella con pochissimo olio. Se abbiamo bisogno delle sue virtù toniche accanto
ad un maggiore potere riscaldante, potremo aggiungervi della cipolla o del porro
(alimenti di natura tiepida) o del peperoncino (alimento di natura calda). Ecco
allora che la dietetica cinese ci offre una vastissima gamma di ricette
tradizionali, di rimedi semplici e di piatti medicati. Questi ultimi, di
utilizzo squisitamente terapeutico, contemplano l’uso combinato di cibi e di
rimedi fitoterapici e comprendono anche un numero notevole di tè e di vini
medicati. Le possibilità di adattare la nostra alimentazione ai nostri
equilibri energetici sono infinite. E nella dietetica tradizionale non viene
trascurato nessun aspetto di ciò che appartiene alla sfera dell’alimentazione.
I cinesi affermano che un cibo, per essere benefico deve essere bello da vedere
e buono da gustare: la presentazione del cibo è altrettanto importante della
sua preparazione, anche perché fra le qualità energetiche degli alimenti lo
stesso colore gioca un ruolo importante, secondo la teoria dei cinque movimenti.
Il modo di consumare i cibi è infine un ulteriore aspetto importante. La
tranquillità e la pace interiore, il silenzio o l’armonia dei suoni, la
concentrazione sulle qualità di ciò che mangiamo, la masticazione lunga e
completa, il lento fluire dei ritmi del pasto, per frugale che sia sono elementi
preziosi per assorbire tutte le virtù di una tavola imbandita. In rapporto
al dualismo yin/yang avremo:
I Sapori YANG sono :
-
Piccante
- Dolce
- Insipido
I Sapori YIN sono :
-
Salato
- Amaro
- Acido
- Acre
Altre Tradizioni Orientali7
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Il
metodo classico della medicina indiana è chiamato in sanscrito ayurveda,
la conoscenza (veda) per la longevità (ayur)
Alla base del corpo vi sono delle “energie” (derivazione dell’anima
del mondo) e degli “umori” che se sono normali
garantiscono la salute e la longevità, se alterati causano malattie. Questi
umori (detti dosa) sono classicamente tre: vata, pitta, kapha, il
primo nasce dall’aria e dallo spazio, il secondo dal fuoco e dall’acqua, il
terzo dalla terra e dall’acqua. I diversi alimenti sono classificati in rapporto a sei
sapori che sono: dolce, aspro, salato, amaro, pungente, astringente, alla
potenza e all’effetto postdigestivo. In generale il dolce, l’aspro ed il
salato diminuiscono il vata ed aumentano il kapha, l’amaro, il
pungente e l’astringente diminuiscono il kapha ed aumentano il vata,
l’aspro il salato ed il pungente aumentano il pitta.
Questi sei sapori hanno una diversa capacità di nutrire la forma secondo
l’ordine descrescente: dolce, aspro, salato, amaro, pungente, astringente.
Secondo la Medicina Tibetana avremo:
-
salato, acido, dolce
sono untuosi
-
astringente, amaro e dolce
sono freddi
-
amaro, astringente e dolce
sono ottusi
-
acido, piccante e amaro sono
leggeri e ruvidi
-
pungente, acido e salato
caldi e acuti.
Conclusioni
(con riflessioni sulla cosiddetta "naturopatia")9
10
L’obbiettivo primario che la naturopatia si prefigge è
quello della promozione e del mantenimento dello stato di salute.
Il naturopata è il professionista che, in veste di educatore olistico,
consiglia, segue, informa coloro che decidono di mantenersi in forma o di
recuperare lo stato di benessere globale. Lo stile di vita e l’alimenazione
occupano in questa scienza attuale un posto preminente. Soprattutto a tavola,
l’uomo decide della propria salute, vita o morte. Nel mondo occidentale si
mangia troppo e male, cibi innaturali e massicciamente adulterati dall’industria
della trasformazione, da qui l’importanza delle "diete" che
razionalizzino l’alimentazione, per ridurre la quantità e controllare la qualità
per avvicinarla il più possibile a ciò che la natura fornisce equilibratamente
per l’uomo. Una dieta efficace deve essere personalizzata, controllando prima
di tutto quale sia il "terreno" del paziente.
Se
l’interrogativo che inquieta i moderni dietologi (a partire dalla nascita,
negli USA, del termine “dietologia”) è sul valore nutritivo dell’alimento
completo o dei suoi singoli componenti, questa carrellata fra tradizione e
scienza, lo studio delle dietetiche naturali ci dimostra che gli alimenti
assunti come tali sono qualcosa di più dei loro singoli costituenti.
Alimentarsi in modo corretto costituisce da sempre un problema
fondamentale per l’uomo ed oggi lo è con problematiche diverse e cruciali fra
paesi industrializzati e terzo e quarto mondo. Se
esistono delle tradizioni, queste vanno recuperate, capite ed applicate, senza
tentativi di “modificazioni alla cieca” che ci sospendono entro gabbie
chiuse, costruite con il mero intento di speculazioni economiche.
Indirizzo per chiarimenti
Carlo Di Stanislao
E-mail: amsaaq@tin.it
[1]
Scandurra
C., Fioravanti F., Melegari M.G., Corradori R.: L’Alimentazione Dietetica,
voll III, Ed. Athena s.a.s., Roma, 1998.
[2]
Vannozzi G., Leandri G.:
Dietetica medica e nutrizionismo clinico, Il Pensiero Scientifico Ed., Roma,
1998.
[3]
Brighenti F. (a cura di):
Alimentazione: una scienza, Ed. CLESAV, Torino, 1986.
[4]
Koelbing
U.M.: Storia della Terapia Medica, ED. Ciba Geigy, Milano, 1988.
[5]
Bologna M., Di Stanislao C., Corradin M. et al.: Dietetica Medica Scientifica e
Tradizionale. Curarsi e prevenire con il cibo, Ed. CEA, Milano, 1999.
[6]
Corradin
M., Sperotto G.: Il Tao della Salute, Ed. Centro Tao, Limone sul Garda (BS),
1990.
[7]
Bratman
S.: Guida Critica alle Medicine Naturali, Ed. Zelig, Milano, 2003.
[8]
AAVV: Medicina
d’Oriente, Ed. Sanfo, Modena, 1997.
[9]
Sanfo V.: Naturopatia e competenze del naturopata, Ed. AEMETRA, Torino,
2003.
[10]
AAVV: Dietologia naturale, www.beltade.it, 2003.
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