La crisi ha cambiato i consumi negli Usa: gli americani non rinunciano al vino, ma privilegiano quello dal prezzo più accessibile. Una tendenza che si sta affermando anche in Italia, dove a Wine Show (a Torino dal 24 al 26 ottobre) saranno protagoniste le etichette "quotidiane".
Secondo i dati dellItalian Wine & Food Institute sempre più gettonati negli Usa i vini dal buon rapporto qualità/prezzo.
La crisi sta cambiando i consumi negli Stati Uniti: gli americani non rinunciano al vino, ma privilegiano quello che costa meno. E una tendenza che si sta affermando anche nel nostro Paese, dove sempre più i consumatori cercano etichette caratterizzate da un buon rapporto qualità/prezzo. Questi i dati diffusi dallItalian Wine & Food Institute, e proprio i vini caratterizzati da un costo accessibile saranno i protagonisti di WINE SHOW - organizzato da Lingotto Fiere-gruppo GL events Italia - che dal 24 al 26 ottobre aprirà le sue porte al pubblico, con centinaia di cantine a presentare le proprie etichette da vitigni autoctoni, immediate e soprattutto economiche.
I produttori devono puntare a riportare il vino sulle tavole degli italiani, riconquistando il mercato interno: le cantine made in Italy vantano unenorme varietà di etichette da vitigno autoctono (in grado di alimentare i mercati locali accorciando le filiere distributive, con positivi effetti sul contenimento dei prezzi), dallottimo rapporto qualità/prezzo e ideali per un consumo non disgiunto dal cibo. Saranno proprio queste al centro di WINE SHOW (www.wineshow.it), che punta alla riscoperta delle centinaia di autoctoni del Belpaese.
Il cambio di rotta del consumatore americano, dovuto essenzialmente alla crisi economica, favorisce sul mercato Usa tutti quei Paesi tradizionalmente produttori di vini di prezzo medio-basso, come lAustralia, il Cile, lArgentina e la Nuova Zelanda, che hanno avuto tutti notevoli aumenti in quantità. Secondo le rilevazioni dellItalian Wine & Food Institute, lItalia - con una riduzione del 10,8% in quantità e del 21,1% in valore - ha perso il primo posto in quantità fra i principali Paesi fornitori del mercato statunitense (con una riduzione, inoltre, di otto punti nella sua quota di mercato), pur mantenendo il primato in valore. Adesso lAustralia, con un aumento del 58,6% in quantità e una diminuzione del 3,2% in valore - nonostante il notevole aumento in quantità - guida saldamente la classifica dei principali Paesi esportatori verso gli Usa.
La tendenza che emerge in questo primo quadrimestre dellanno è, dunque, che il consumo complessivo dei vini continui ad aumentare in quantità pur diminuendo in valore ( 19,3% in quantità e -14,4% in valore nei primi quattro mesi dellanno rispetto al corrispondente periodo dellanno scorso).