Alcune istruzioni per l’uso dell’acqua minerale


E’ solo del 2001 l’abbassamento dei limiti massimi di diverse sostanze tossiche che possono essere presenti nelle acque minerali, come arsenico, bario, cadmio, manganese, piombo e nitrati. Precedentemente il limite per l’arsenico, ad esempio, era di quattro volte superiore a quello consentito per l’acqua del rubinetto, e ben pochi consumatori pare ne fossero al corrente.
L’abbassamento dei limiti veniva a seguito di una minaccia di procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea.

È vero che il sapore di cloro e la durezza dell’acqua potabile (che comunque non incidono sulla sua igiene) sono un incentivo a preferire quella in bottiglia, ma forse bisognerebbe riconsiderare il luogo comune secondo cui l’acqua minerale sia sempre da preferire all’acqua del rubinetto.

La normativa per l’acqua che scorre negli acquedotti si è dimostrata in questo caso molto più severa di quella dell’acqua in bottiglia.
Inoltre, il materiale di cui è fatta la stessa bottiglia può dar luogo ad altri problemi. Se il cloruro di polivinile, accusato di causare anomalie fetali e di essere cancerogeno, è stato quasi del tutto escluso all’imbottigliamento, il suo sostituto polietilene è a rischio luce-calore.
Non si può escludere che queste condizioni si realizzino durante il trasporto o lo stoccaggio, con conseguente rilascio di sostanze tossiche (aldeidi).
Per rendere minimo il rischio conviene scegliere bottiglie uscite di fabbrica da poco tempo (dato obbligatorio in etichetta) o scegliere bottiglie in vetro.
Queste attenzioni sono naturalmente più importanti per persone in condizioni di maggior fragilità, come bambini e gestanti.

Tutto ciò naturalmente non nega che sul mercato esistano acque minerali pregiate. Alcune di queste sono particolarmente interessanti per i vegetariani in quanto ricche di calcio altamente assimilabile.
Scelte opportunamente, queste acque possono costituire un’importante integrazione di calcio senza lo svantaggio di dover assumere contemporaneamente grassi saturi, colesterolo, proteine animali e sodio, come avviene invece con il calcio di latte e derivati.

Attenzione quindi all’etichetta: un buon quantitativo di calcio è 300 mg/litro o più.
Inoltre, l’acqua dovrebbe essere povera di sodio (non più di 50 mg/litro) e solfati (non più di 250 mg/litro) che favoriscono la perdita di calcio con le urine.
Meglio anche non eccedere con la gasatura che può rendere il calcio meno assimilabile e preferire le acque contenenti bicarbonato (più di 600 mg/litro), perché favoriscono un risparmio di calcio nell’organismo.
Infine, l’acqua dovrebbe essere povera di nitrati (espressi talvolta come "ione nitrico" o NO3-), potenzialmente dannosi. Il Decreto Ministeriale 542/92 definisce "indesiderabili" più di 10 mg/litro di nitrati per acque minerali destinate all’infanzia.

Marco Zaffalon

Un grazie per la collaborazione a Società Scientifica di Nutrizione vegetariana