Equiseto


Pianta:L’Equisetum arvense, o coda di cavallo, è una pianta dall’aspetto veramente singolare che si
presenta sotto due forme vegetative incredibilmente diverse. In primavera l’equiseto emette un corto scapo bruno-rossastro che porta all’apice una spiga
contenente un’infinità di spore polverulente che assicurano la riproduzione della pianta. Compiuta la sua funzione lo scapo
appassisce per lasciare il posto ad un fusto verde e ramificato dalla curiosa forma a coda di cavallo.


Habitat, Coltivazione, Raccolta: É una pianta originaria dell’Europa; talvolta infestante, è abbastanza comune nell’Italia
settentrionale. Predilige i terreni incolti e umidi. Non viene coltivata e la raccolta deve essere fatta in giornate prive di umidità.


Storia: L’equiseto sembra avere origini antichissime, infatti impronte fossili testimoniano l’esistenza, fin da oltre 250 milioni di anni. Tra
gli equiseti, l’Equiseto da campo è cambiato poco nel corso dell’evoluzione. Di esso si ritrovano testimonianze nell’antica Grecia e nell’impero romano. Molti
scritti del Medioevo e del Rinascimento definiscono l’equiseto come rimedio ai problemi di ritenzione urinaria.


Uso medicinale e cosmetico:I principi attivi presenti nell’equiseto sono: silice, potassio, saponina,
glucosidi flavonici, piccole quantità di alcaloidi, tannino. Ha proprietà: diuretiche, depurative, antiemorragiche,
antinfiammatorie, cicatrizzanti e rimineralizzanti.La presenza di silice e potassio lo rendono un ottimo rimineralizzante, utile,
negli stati di stanchezza, a sportivi e non.
Grazie agli effetti diuretici, l’equiseto, viene impiegato anche per stimolare
le funzioni renali. É inoltre molto utile per la fragilità delle unghie, la perdita dei capelli, l’osteoporosi, l’accrescimento scheletrico degli
adolescenti, la guarigione delle fratture, l’artrosi (grazie all’azione che esercita sia sulla cartilagine articolare, sia sul tessuto osseo) e le tendiniti
(migliora l’elasticità dei tendini).


Uso in cucina:Non trova particolari applicazioni in cucina