Idroterapia contro tendinopatia


Tendinopatia, chi era costei? Il termine medico-scientifico serve a definire una patologia più frequente di quanto si possa immaginare, soprattutto in epoca di iperattività fisica. Un bel giorno ci svegliamo con un dolore acuto alle articolazioni del piede. Fitte lancinanti appena cerchiamo di stare in posizione eretta, figuriamoci camminare. Arriva il medico e come prima cosa ci chiede che tipo di lavoro svolgiamo, quale sport pratichiamo e qualche notizia spicciola sulle nostre abitudini di vita. E’ probabile che scopra che giochiamo un tennis da “killer instinct” otto ore la settimana, oppure che facciamo jogging come tutti i dilettanti, cioè male e senza nessun preriscaldamento muscolare prima di sciropparci il giro della città di corsa o che ci siamo messi in testa di imitare Fred Astaire senza mai aver ballato neppure il “liscio” in vita nostra.

I tendini sono quei “cavi” assai resistenti che collegano i muscoli alle ossa e che consentono, con un incessante lavoro di tira e molla, i movimenti in ogni direzione e con diversa intensità di sforzo. Ma, (e qui viene la parte dolente), ci informerà anche che, come tutte le parti meccaniche di un organismo in movimento, l’uso eccessivo dei tendini ne provoca l’irritazione. Quella cosa che i medici chiamano infiammazione acuta, usando il suffisso “ite”. “Tendinite” per l’appunto. Che unita al termine di origine greca “pathos” sta a significare che ci siamo beccati il “gomito del tennista” o “il polso della stiratrice” o il “ginocchio del ciclista” o la “rotula del saltatore” e così via.

A questo punto sarà bene affidarci ad una definizione medica corretta per definire il dolore agli arti inferiori di origine infiammatoria: Le infiammazioni dei tendini (tendinopatie) degli arti inferiori sono dovute a sollecitazioni tensorie anomale per fattori intrinseci quali difettoso appoggio del piede e posizione non corretta della gamba (piede piatto, cavo; ginocchio varo o valgo), dismetria degli arti inferiori, e squilibri dei gruppi muscolari.

Esistono, come si è detto, fattori estrinseci a causare le tendinopatie, ci si riferisce in modo particolare ad errori di allenamento, attività esasperate e cattive pavimentazioni dei luoghi dove si svolge attività sportiva: la ripetizione esagerata di alcuni movimenti porta in alcuni sport come il salto in alto, il salto in lungo e la pallavolo a carichi di lavoro eccessivi con conseguenti tendinopatie. Altri fattori sono la postura anomala, legata soprattutto all’uso di calzature non corrette nell’appoggio del piede, anche al di fuori delle attività sportive (quei tacchi altissimi che slanciano la gamba, ma che stressano il tendine!).

E’ chiaro che quando è possibile occorre eliminare la causa che porta ad una facile tendinopatia, eseguendo una corretta opera di prevenzione con esercizi di allungamento e stretching oltre ad una graduale attività sportiva che consenta di arrivare ad esercizi massimali dopo un adeguato periodo di preparazione.

Le terapie che vengono usate per le tendinopatie sono quelle tradizionali come gli antinfiammatori non steroidei, le cure fisiche, quelle riabilitative, mentre in alcuni casi particolarmente gravi e con complicanze degenerative, può anche essere prevista la terapia chirurgica.

Ma c’è sempre un’alternativa “naturale”, addirittura più antica dell’uomo. L’acqua termale. Quella che a Salsomaggiore (PR), l’affascinante città termale emiliana, va sotto il nome di “salsobromoiodica”. Proprio negli ultimi tempi, grazie alle sue conclamate virtù, note alla medicina ufficiale fin dal secolo scorso, quest’acqua che sgorga dalle profondità del sottosuolo sta risvegliando grande interesse come base fondamentale di trattamenti specifici terapeutici e riabilitativi.

“Ricchissima di sali minerali – spiega il dottor Luigi Lagnerini, Specialista in Ortopedia e Traumatologia - l’acqua salsobromoiodica esercita una forte azione antinfiammatoria e analgesica e, per la sua elevata salinità, favorisce il galleggiamento, facilitando ogni tipo di movimento per un rapido recupero funzionale”.

Alle Terme di Salsomaggiore è stato attivato un Centro di Idroterapia con una piscina a livelli differenziati che è una vera e propria palestra. L’attività fisica che si pratica in acqua termale con la guida di un fisioterapista, utilizza, a seconda della necessità, diversi attrezzi: spalliera, cyclette, step.

L’acqua termale è preparata a 5-6° gradi Baumé che equivalgono ad una concentrazione salina di 50-60 grammi per litro. L’idrokinesiterapia è indicata nel recupero della mobilità articolare o delle disabilità osteoarticolari, sia in fase post operatoria che in caso di traumi articolari in genere, del ginocchio, della spalla, dell’anca, delle caviglie, nelle artrosi degli arti, fratture, lussazioni, distorsioni, lesioni legamentose, operate e non. Le sue recenti applicazioni anche nel campo delle infiammazioni a carico dei tendini, soprattutto quelli degli arti inferiori, ne fanno una terapia elettiva per la risoluzione del quadro clinico con completo recupero della funzione.

In altri termini calciatori, tennisti, saltatori, cestisti e in generale tutti coloro che usano (e abusano) della motilità delle gambe possono tornare a esercitare la loro attività sportiva preferita. Ma con giudizio e a seguito di un’adeguata preparazione atletica.

Per informazioni: numero verde 800-861385 (chiamata gratuita).
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