I surfisti sono
essenzialmente divisi in due grandi categorie: quelli che non planano...(mai!)
e ...quelli che planano (sempre!)
Non si tratta solamente di un gioco di parole o di un luogo comune.
La planata differenzia di fatto due modi diversi di andare in windsurf. Infatti
chi per la prima volta vive questa fantastica esperienza, è subito facilmente
riconoscibile. Per alcuni giorni racconterà a tutti gli amici e conoscenti come
sia entusiasmante e coinvolgente scivolare sullacqua.
Ma anche per noi, surfisti da oltre ventanni, rimane comunque la sensazione
principale che tanto ci fa amare il windsurf.
Vediamo ora cosa succede sotto i nostri piedi quando aumenta la velocità fino
allinizio della planata.
Come è noto una tavola ferma galleggia grazie alla spinta idrostatica (o di
Archimede) data dal peso dellacqua che occupava il volume delle parti immerse
(le tavole più grandi hanno maggior galleggiabilità, poiché hanno un volume
immerso maggiore).
Quando la tavola comincia a muoversi si può osservare il formarsi di piccole
onde intorno allo scafo, in particolare unonda a prua e una a poppa. Con
laumento della velocità, aumenta limportanza della spinta idrotermica data dal
flusso che scorre sotto la carena. La tavola si stacca dallonda di poppa e si
solleva sullonda di avanzamento (prua), da essa stessa creata, fino a salire su
di essa e superarla, entrando così in planata. (vedi disegni)
Ora il sostentamento dello scafo è affidato quasi interamente
alla componente dinamica. La tavola sfiora la superficie dellacqua e rimane a
contatto con essa solo per una frazione della sua lunghezza.
A volte lunica parte immersa è la pinnetta.
Tale sostentamento dinamico è proporzionale a tre fattori: la
velocità davanzamento, langolo dincidenza della tavola sullacqua
e la superficie bagnata della carena.
Per quanto riguarda lincidenza della carena sullacqua, ogni tavola ha un
valore di questo parametro che rappresenta il compromesso migliore tra
sostentamento ottenuto e resistenza prodotta. Ogni tavola ha un suo assetto
ideale. Quindi, per mantenere tale assetto nelle varie condizioni di
navigazione, devi spostare il peso del corpo lungo lasse della tavola, così da
variare la superficie bagnata.
le regole
fondamentali per iniziare la planata
NON STARE SEDUTO CON IL PESO VERSO POPPA: cerca di portare il
peso in avanti, caricando sul piede dalbero tramite il trapezio ed il boma.
Gira bene in avanti bacino, busto, spalle e testa, distendendo la gamba
posteriore, in modo da portare il baricentro del tuo corpo verso prua. Solo così
la tavola assumerà il giusto assetto, "piatta" sullacqua con una grande
superficie bagnata.
DISTENDI BENE IL BRACCIO ANTERIORE E CAZZA: distendendo il braccio anteriore
allontana lalbero da te, così da portare la vela più verticale rispetto
allacqua e quindi con la massima superficie esposta al vento. Inoltre, se
distendi il braccio dalbero ti è possibile cazzare bene la vela con la mano
posteriore; non appena avvicini la mano dalbero al corpo, la vela "apre" dietro
perché il tuo corpo impedisce la posizione corretta del boma.
POGGIA PER ACCELERARE: dal traverso poggia leggermente per far
partire la tavola in planata, per poi riprendere landatura desiderata. Non
cercare di iniziare a planare di bolina.
APPENA PUOI AGGANCIATI AL TRAPEZIO: rimani girato bene verso
prua e sfrutta il trapezio per mantenere lassetto ideale con il peso bene
avanti.
Ricordati quindi:
corpo girato verso prua, peso avanti
e vela ben chiusa sulla poppa!
Esempi:
a bassa velocità, nei buchi di vento o nella bolina stretta, per mantenere la
planata è necessario aumentare la superficie bagnata, tenendo la tavola più
piatta possibile. Per fare questo devi portare il peso del corpo in avanti e
scaricarlo sul piede dalbero tramite il rig.
Al contrario, ad alta velocità, al lasco e quando cerchi il
massimo delle prestazioni dalla tua tavola, devi ridurre al minimo la superficie
bagnata. Poche decine di centimetri sono spesso sufficienti. Arretra con il
peso, altrimenti la poppa tende a sollevarsi eccessivamente e la vela ti strappa
in avanti. Distendi bene le braccia. Piega la gamba posteriore e distendi quella
anteriore.
Partenza in planata: poggia e pompa con la vela, sfruttando
possibilmente la discesa da unonda.
Planata veloce: arretra col peso, distendendo gradualmente la gamba anteriore.
N.B. Ti puoi trovare in acqua con vento abbastanza forte ma
non sufficiente a farti entrare in planata. Vedi la tua prua sollevata ma non
riesci a "partire". Basta talvolta qualche energica pompata (sempre meglio se al
lasco) per raggiungere una velocità, detta limite, tale da superare londa di
prua e farti finalmente planare.
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