I Greci e la loro toilette


Gli antichi Greci attribuivano particolare importanza alla cura del proprio corpo. Nelle Metamorfosi Ovidio descrive dettagliatamente la toilette di una giovane greca dell’epoca e, tra le altre cose, dice che i capelli venivano pettinati accuratamente e frizionati con una lozione al rosmarino, mentre il viso ed il corpo erano lavati due volte al giorno con acqua di fonte.

In epoca classica le donne adottarono acconciature molto complicate: generalmente, le lunghe e folte chiome venivano raccolte in chignon dietro il capo e fermate con spille e pettini decorati. Mentre le fanciulle portavano i capelli sciolti sulle spalle, con un semplice nastro che scopriva loro la fronte, le donne adulte li scioglievano solo in occasione di particolari cerimonie.

Tra le tinture per capelli, la colorazione bionda era particolarmente apprezzata.
Oli profumati proteggevano le chiome dall’aggressione del sole; ancora oggi alcune donne del Peloponneso utilizzano un’antica ricetta: dopo aver fatto bollire foglie e bacche di lauro, estraggono un olio che, massaggiato sui capelli, li mantiene morbidi e sani.

Medea, la maga del ciclo degli Argonauti, curava così le persone affette da reumatismi: dopo averle fatte spogliare, le faceva rimanere in piedi all’interno di un bacile colmo di acqua ricaldata da un fuoco a carbone. I vapori davano sollievo ai muscoli affaticati... e il bagno turco era nato!

Le donne greche utilizzavano quotidianamente creme di bellezza e fard: la cerussa rendeva l’incarnato più chiaro, mentre un rosso estratto dall’orcanetto ravvivava le guance e le labbra. Gli occhi e le sopracciglia, invece, venivano messi in risalto coll’utilizzo di colorazioni nere o brune; le resine di ciste (o l’antimonio) erano gettate nel fuoco e la fuliggine originantesi veniva raccolta su un vassoio posto sopra le fiamme. A quel punto, le donne la raccoglievano tra l’indice e il pollice e l’applicavano direttamente sulle ciglia.