“Per il potere della sapienza l’uomo è reso capace di riconoscere l’unità del
Tutto, e di capire che il microcosmo dell’uomo è la controparte del macrocosmo
della natura. Non vi è nulla nel cielo né sulla terra che non si possa trovare
nell’uomo, e non vi è nulla nell’uomo se non ciò che esiste nel macrocosmo della
natura […] chi vuole conoscere l’uomo deve guardarlo nel suo complesso e non
come una struttura messa su alla meglio. Se trova malata una parte del corpo,
deve cercare le cause che producono tale malattia e non limitarsi a trattare gli
effetti esterni.” Paracelso, (1493 - 1541)
Queste parole di Paracelso riassumono la visione che la naturopatia ha
dell’universo e dell’uomo: due sistemi che comunicano e si rispecchiano l’uno
nell’altro.
La naturopatia utilizza spesso modelli di pensiero che aiutano a leggere l’uomo
e le sue dinamiche all’interno di un contesto più grande, quello della Natura. È
il caso della Medicina Tradizionale Cinese, di quella Ayurvedica e dell’antica
medicina praticata sulle coste del Mediterraneo. Queste conoscenze sono
utilizzate da molti naturopati come supporto per comprendere le caratteristiche
psicofisiche delle persone che a loro si rivolgono ed aiutarle a ritrovare il
benessere.
Il naturopata è infatti un educatore che informa e sostiene chi ha
perduto il proprio equilibrio psicofisico e lo aiuta a tornare in sintonia con
il proprio sentire interiore.
I metodi di valutazione:
Tra i metodi di valutazione che un naturopata impara ad utilizzare vi sono
alcune discipline molto interessanti come l’analisi iridologica, una
scienza che fonda le sue radici nelle antiche conoscenze di egizi e caldei e che
oggi si avvale di strumentazioni tecnologicamente avanzate per leggere nella
trama dell’occhio squilibri, sovraccarichi tossinici, ereditarietà di alcuni
disturbi, dando valore all’antico detto che l’occhio è lo “specchio dell’anima”.
Il naturopata si può avvalere anche dei test bioenergetici che
individuano intolleranze ed allergie, spesso responsabili di malumore,
irritabilità, stanchezza cronica e delle riflessologie (riflessologia
dell’orecchio, del piede, del viso) per conoscere, ad esempio, quali sono i
punti deboli da sostenere in una persona.
Tutte queste possibilità valutative necessitano, per essere davvero utili, di
una buona conoscenza di base delle strutture anatomiche e della
fisiologia del corpo umano. Una conoscenza che un buon naturopata non può
esimersi dal possedere.
Infine, l’ultimo strumento che il naturopata deve sviluppare, non meno
importante degli altri, è l’ascolto. Conoscenza e tecnica sono strumenti
di aiuto incompleti se non si possiede la disponibilità verso l’altro. L’ascolto
non è una qualità che si improvvisa, sebbene una naturale propensione e apertura
verso il prossimo sia già un buon punto di partenza, per questo sono necessarie
al naturopata alcune conoscenze delle dinamiche psicologiche e dei
pilastri di una buona comunicazione interpersonale.
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