Si riparte, amici. Riprendiamo oggi, dopo un intenso e fortunatamente fruttifero
periodo lavorativo, a parlarci - e vederci - anche attraverso il web. E’ sempre
maggiore l’interesse del pubblico verso le riviste telematiche ed i portali
Internet tematici e proprio per questo motivo colgo l’occasione per ringraziare
tutti Voi che avete da sempre seguito con affetto i nostri siti, dal magazine
che potete trovare su www.stefanocroce.com
a tutte le sezioni che potete consultare, sempre aggiornate, su
www.beltade.it .
A questo punto da parte nostra non rimane altro da fare che ricompensarvi
proponendo dei prodotti sempre nuovi, dinamici ed immediati ma mai “veloci”, mai
superficiali, che spero possano esservi un pochino utili o per lo meno possano
allietare - per qualche minuto ogni tanto – le Vostre ore passate davanti al Pc.
Grazie davvero.
Detto questo… pronti via. con una nuovissima rubrica dedicate a tutte le donne
ma anche, perché no, ai maschietti curiosi che intendono scoprire, o cercare di
farlo, l’universo femminile in chiave sportiva.
In una recente indagine sulla pratica sportiva condotta da Assosport uno dei
dati più importanti riguarda l’aumento della partecipazione sportiva da parte
delle donne e si parla addirittura del 28% in più. Nel calcio femminile, per
portare un esempio concreto, sono ben 22.000 le donne tesserate nelle 85 squadre
che
dal
2003 partecipano ai tre campionati nazionali (serie A, A2, B). Ma le donne non
si limitano solo a fare sport. Mai come al giorno d’oggi troviamo infatti
migliaia di attente spettatrici appassionate, davanti alla TV oppure allo
stadio. Al fenomeno si aggiunge da qualche tempo anche la crescita esponenziale
del numero delle colleghe giornaliste sportive, spesso veramente molto brave e
preparate, e delle trasmissioni televisive sul tema con presenza femminile in
studio. Uno scenario dunque molto diverso dal passato e in continua evoluzione.
La posizione della donna nello sport resta tuttavia ancora abbastanza defilata.
Gli operatori della comunicazione sembrano infatti ignorare questi cambiamenti
ostinandosi a considerare ancora lo sport come un ambiente completamente
maschile. Le campagne pubblicitarie, ad esempio, sono ancora pianificate secondo
il vecchio stereotipo. Guardate una partita in TV o leggete un giornale del
settore e scoprirete dopo meno di un minuto che gli “spot” sono tutti dedicati a
prodotti per uomini o al massimo per tutta la famiglia. Mai un passaggio
pubblicitario riferito ad un pubblico esclusivamente femminile. Forse il tempo
porterà dei cambiamenti anche in questa direzione o forse no. Non importa.
Quello che noi cercheremo di fare, in questo spazio, è parlarvi sia delle donne
che praticano e che conoscono lo sport sia delle donne che vivono, e qualche
volta convivono, con questo mondo.
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