In Canada, sulle piste dei cercatori d’oro


Per l’anno 2005 il progetto è attraversare il Canada del nord con l’amico Ungherese Kovacs Laszlo fino a raggiungere l’Oceano Artico verso il polo nord, in autosufficienza per 1750 km, da soli e senza supporto esterno.

La spedizione si svolgerà durante l’estate 2005, precisamente con partenza il 19 giugno 2005; quando le condizioni atmosferiche saranno le più favorevoli per affrontare il fiume Yukon. In quel periodo, infatti, lo Yukon non è ghiacciato - anche se l’acqua è gelida - e le piste sono sgombre da neve. La temperatura non è troppo rigida e solo verso sera il termometro si abbassa verso i 5-10 gradi. A sfavore ci saranno, invece, le precipitazioni, che raggiungeranno la massima intensità.

In circa 20-25 giorni si dovrebbe coprire tutto il percorso, che si aggira intorno ai 1750 km. Questo valore è assolutamente indicativo, essendo molto difficile calcolarlo con precisione: la navigazione sul fiume Yukon, prima, e nelle paludi e laghetti poi, richiede una notevole esperienza nell’uso del GPS e basta un piccolo errore per perdersi. Inoltre, ci sono dei venti molto forti, orsi e moltissime zanzare, tutti fattori che possono rallentare o compromettere la spedizione.

Tra l’altro, si può trasformare questa avventura in un evento multimediale collegandosi attraverso telefono satellitare, PC portatile e telecamera digitale e inviando immagini in tempo reale, piccoli reportage (radio, TV, giornali). Con questa avventura Maurizio si propone di ampliare e scoprire nuovi limiti umani, portando la sua esperienza in ambienti lontani e selvaggi. Ampliare l’utilizzo della canoa indiana e della mountain bike, portando questi mezzi in posti nuovi dove poter svolgere tale attività. Un viaggiare "pulito", essendo la canoa e la MTB i mezzi ecologici e silenziosi per eccellenza.
Questa avventura sarà sicuramente un ottimo test per provare in maniera estrema mezzi, materiali ed apparecchiature in dotazione e riportare un ampio e preciso servizio fotografico e cinematografico.

Il viaggio partirà da Whitehorse, dove i 2 esploratori organizzeranno la spedizione per raggiungere il nord con le proprie forze. Il primo tratto in canoa indiana parte da Whitehorse, fino al grande villaggio di Dawson City; circa 800 km impegnativi sull’imponente fiume Yukon. I due atleti useranno il GPS per orientarsi su questo immenso fiume sfruttando 26 punti GPS che li aiuteranno a non perdere la direzione evitando di infilarsi in qualche affluente, lago, o altri fiumi vicini. Saranno in completa autosufficienza e tutto sarà sulla canoa, comprese le bici. Arrivati a Dawson City, con le bici percorreranno la Dempster Highway, una pista di circa 750 km. Dopo circa 400 km supereranno il Circolo Artico, poi la pista li porterà al villaggio di Inuvik dopo aver attraversato immense foreste abitate da grizzly, alci, bufali e tantissimi altri animali.
Qui lasceranno le loro bici per riprendere la canoa indiana e intraprendere la parte più impegnativa e pericolosa dell’impresa. Le condizioni meteorologiche dovranno essere buone, così come quelle fisiche e, specialmente, quelle psicologiche, che dovranno essere ai massimi livelli. L’obiettivo è molto difficile: raggiungere il remoto villaggio di Tuktoyaktuk affacciato sull’Oceano Artico, il più piccolo oceano del mondo, e situato all’interno della regione del Polo Nord. Circa 200 km tra centinaia di paludi, laghetti e fiumiciattoli creatisi dopo il disgelo, cercando di tenere la ipotetica direzione del fiume Mackenzie. Il GPS sarà fondamentale per arrivare a Tuktoyaktuk, un villaggio di 900 abitanti che nel periodo estivo è raggiungibile con piccoli aerei, d’inverno solo con le motoslitte attraversando i laghi ghiacciati.
Un’avventura che i 2 amici, amanti della natura, cercheranno di vivere il più possibile assieme alle popolazioni che incontreranno lungo il percorso e nei piccoli villaggi, condividendone le vicende quotidiane.

Nelle prossime settimane sia Beltade.it che il sito di Maurizio, www.mauriziodoro.it, vi aggiorneranno con reportage e foto; non mancate!

Ciao da Maurizio Doro