NATURAID Marocco - Sole e capre


17/11/2004 - Nekob
Al risveglio, questa mattina, dopo aver recuperato dal lungo viaggio di ieri, ci siamo trovati sulla terrazza dell’hotel e dall’alto abbiamo ammirato la bellezza della città immersa tra le palme, una grandissima vallata verde, la valle Gorges du Dades.
In questa zona la temperatura è decisamente più mite, anche se ci hanno detto che quest’anno il freddo è maggiore del solito.
Ci lasciamo alle spalle Boumalne e percorriamo una strada asfaltata per circa 12 km. Innanzi a noi una zona desertica e tra il filo dell’orizzonte due colori tenui: l’azzurro del cielo e il marroncino della terra. Il sole è gia alto alle 8:30.
Qui ci sono circa 12 ore di luce e 12 di notte. Non molto caldo ma il sole picchia forte e si può rischiare la febbre.
Entriamo in bellissime valli coltivate e percorriamo una larga pista che porta a Ikniounn; ci stiamo arrampicando sul massiccio vulcanico del Saharo, dove vivono popolazioni berbere molto speciali.


Stiamo cercando una pista che io non conosco, ma di cui ho sentito parlare; fortunatamente incontriamo una macchina ben tenuta e dal suo interno scende una figura distinta: è il Caid, una sorta di sindaco della zona. Ci consiglia di non fare quella strada perché è interrotta e piena di fango; le abbondanti piogge delle scorse settimane hanno provocato danni alle strade, ma hanno dato una mano ai contadini che, infatti, vediamo lavorare nei campi.
Alcuni passi a 2300 metri ci portano in quota e possiamo ammirare bellissimi canyon dai colori scurissimi e rocce nere che per la loro conformazione e riflessi sembrano sudare.


Sull’altopiano si riesce a vedere lontanissimo ed è meraviglioso: in questo periodo non c’è foschia e si distinguono anche i monti lontani.
È incredibile, qualche giovane pastore avvolto nel suo giaccone sfida il vento freddo e pascola le sue poche capre che cercano chissà cosa fra le rocce. Tutti sono muniti di una sorta di fionda di corda che roteano sopra la testa: rilasciando un capo della fionda lanciano un sasso e in questo modo guidano le capre (?!).
Affrontiamo poi una lunghissima discesa, che facciamo molto lentamente e con numerose soste perché il paesaggio è mozzafiato e le foto sono decisamente d’obbligo.


Veniamo depositati al villaggio di Nekob. Ci fermiamo per la notte in un meraviglioso “miraggio” che è un hotel costruito con paglia e argilla e rivestito al suo interno di tantissimi tappeti colorati.
Si sta proprio bene e siamo coccolati da camerieri vestiti di bianco.
Domani ci aspetta l’ultima parte verso il deserto.
Buona notte.
Maurizio


Maurizio Doro
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