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giovedì 18 aprile 2024    

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SOUNDGATE - Viaggio attraverso le Porte del Suono

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  SOUNDGATE - Viaggio attraverso le Porte del Suono

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Papi Moreno ex pubblicitario torinese, ha cambiato la sua vita dopo l’incontro con un antico strumento aborigeno ricavato dall’eucalipto: il didjeridoo.
Prima di conoscere un po’ il suo percorso gli chiedo incuriosita, le dinamiche del progetto SoundGate: una vacanza-ricerca per ripulirsi e disintossicarsi a favore di uno stato di benessere

Parlami del progetto SOUNDGATE, gli scopi e a chi vi rivolgete, o meglio esiste un’età ideale?
SoundGate è un’idea nata da Monica Smith con la quale collaboro e coinvolge un ricercatore speciale: Wolfgang Deinert-Lörler.
Si tratta di un evento della durata di cinque giorni (18/23 luglio) sulle colline dell’astigiano (Montafìa) durante i quali le persone possono scegliere un percorso della durata di un giorno, mezza giornata o serale.
Sarà un’esperienza diretta di come le onde sonore possono agire a livello psicofisico tramite straordinari strumenti acustici realizzati appositamente per evidenziare gli armonici e le basse frequenze.
Lo scopo di questo tipo di ricerca è quello disintossicarci dall’inquinamento acustico in cui viviamo aprendo il corpo e i sensi alle vibrazioni sottili del suono, e questo porterà ad uno stato di rilassamento profondo e rigenerante.
Gli strumenti partono dal concetto sonoro delle campane tubolari.
Le Tubular Bells utilizzate nelle sculture sonore sono strumenti musicali di alta precisione costruiti artigianalmente dal musicista e ricercatore Wolfgang Deinert-Lörler. Composte di tre metalli, rame, ottone e lenton il loro suono ha una grande estensione di armonici e una lunga durata temporale, dovute all’accurata manifattura e alla precisione dell’accordatura. Gli strumenti usati sono l’Arco del Suono, la Piramide del Suono, il Tavolo Suonocolore, La Scala di Riallineamento Spina Dorsale.
I percorsi proposti prevedono sessioni individuali e personalizzate con la scelta delle frequenze adatte ad ognuno seguendo i principi della medicina cinese e della tradizione musicale indiana.
I toni utilizzati nelle sessioni individuali vengono scelti in base alla stagione, all’ora del giorno, e alla data di nascita della persona.
Ogni esperienza deve essere assimilata e fissata prima di poter passare alla seguente per cui tra le varie fasi ci saranno lunghe pause per restare in silenzio, immergersi nell’acqua della piscina e ristorarsi bevendo molti liquidi tisane e succhi di frutta e di verdure fresche.
Per meglio integrare le esperienze sui vari livelli energetici verranno anche usati oli essenziali e bagni di luce colorata, a seconda delle necessità individuali del momento.
Il tutto ha un effetto disintossicante ed energizzante e favorisce un stato di contemplazione di ascolto interiore e benessere.
A questo proposito l’atmosfera generale sarà di grande quiete, tutto si svolgerà in relativo silenzio, con leggerezza e serenità, così da permettere a tutti di avere i propri spazi.
É possibile inoltre prenotare delle sessioni di Massaggio sonoro con il Didjeridu, Shiatsu e Fiori di Bach, trattamenti integrativi del percorso sonoro, utili ad assimilare e fissare più in profondità l’esperienza con i suoni armonici.
A fine giornata per chi vuole farsi raggiungere dagli amici o per chi non può partecipare durante il giorno viene proposto un percorso esplorativo pre-serale di un’ora, in cui vengono illustrati i vari strumenti e si potrà sperimentare l’Arco del Suono in piccoli gruppi, per potersi fare un’idea diretta delle qualità uniche di questa scultura sonora. Dopo cena (buffet vegetariano) sarà possibile partecipare ad una sessione di gruppo, di ri-allineamento energetico con il puro suono armonico.
Sdraiati nella sala dello yoga i partecipanti, non più di 25, ascolteranno ogni sera una diversa gamma di suoni volti a sensibilizzare la percezione della dimensione vibratoria e armonica del suono, non musica perciò ma solo suoni con campane di cristallo, arpa monocorde, gong, didjeridu, canto armonico.

Per dettagli ed informazioni
http://www.papimoreno.com/soundgate.html 
non esitate a telefonare allo 011.835389
per iscrizioni: morpapi@tin.it

Raccontami del tuo percorso, soprattutto questo fantastico incontro e come e perchè hai deciso di dedicarti alla diffusione di questa cultura attraverso il suono del didjeridoo?
Ho imparato a suonare il didjeridu anni fa da solo, a Torino, con una forte sensazione di solitudine e di isolamento per l’impossibilità di reperire informazioni o persone che mi indicassero come fare.
Successe dopo avere assistito a una rappresentazione di un gruppo aborigeno dove il didjeridu accompagnava canti e danze tradizionali. “Rapito dal suono” dello strumento mi avvicinai al palco e rimasi per tutta la durata della rappresentazione a osservare la tecnica che il suonatore utilizzava. Non potevo immaginare cosa stesse succedendo: si stava instaurando in me l’embrione del mio nuovo vivere. Da quel momento il lavoro di pubblicitario, la mia agenzia, le consulenze presero via via la forma di un ricordo che sbiadisce col tempo.
Questo incontro mi ha stimolato ad aprire un nuovo capitolo nella mia vita e a diffondere questo benefico suono. Il mio ringraziamento principale va innanzitutto al popolo aborigeno da cui proviene lo strumento.

Cosa ti ha dato imparare a suonare il didjeridoo, a livello fisico e mentale?
Tutto é avvenuto grazie ad una guida interiore che mi ha condotto in questo fantastico mondo. Per me suonare il didjeridu non significa solo emettere dei suoni entro schemi ritmici, ma entrare in contatto anche con quegli aspetti miei più profondi che soltanto in momenti di particolare intensità riesco a raggiungere. Con il didje vado nei miei spazi interiori e attingo in modo intuitivo dall’infinita creatività che vi dimora.
E poi riscontro diversi benefici:
1) sulle labbra in corrispondenza dei meridiani dell’agopuntura la vibrazione stimola e sblocca l’energia in modo da farla fluire maggiormente.
Il Didje fa da ricarica di energie quando si è stanchi e agendo tramite la respirazione circolare, praticata a lungo, incrementa l’afflusso di ossigeno in tutto il corpo con un effetto simile all’esercizio fisico.
É eccellente per l’asma.
2) Le brevi respirazioni, attraverso le narici, tengono pulite le cavità nasali eliminando il sovraccarico di tossine.
3) Inoltre il lavoro del diaframma aiuta l’assimilazione del cibo e la sua eliminazione oltre che tonificare i muscoli addominali.
4) Sempre grazie alla respirazione circolare, si può scoprire un nuovo modo di respirare che fa sentire pienamente il percorso dell’aria. Questa tecnica può essere d’aiuto a entrare in un leggero stato di trance, necessario per poter esplorare un poco lo sconosciuto mondo interiore.

A quali iniziative hai dato vita in questi anni?
Svariate iniziative. Stage, concerti, spettacoli. Sarebbe lungo fare l’elenco.
La mia ricerca mi ha portato a incontrare e ’scambiare’ esperienze sul suono con il suonatore aborigeno Mark Atkins; il suonatore svedese Lars Wallin con il quale ho aperto una rappresentazione del gruppo aborigeno tradizionale White Cockatoo; il gruppo aborigeno australiano Wadumbah, accompagnandoli in una tourné italiana; i Monaci Tibetani e le loro lunghe trombe in metallo con i quali mi sono incontrato in varie occasioni; i dervisci rotanti Fana e le loro musiche trance, partecipando un paio di volte all’ensemble dei musicisti durante le danze; il tablista indiano Nihar Mehta, ospite nel mio atelier; il virtuoso chitarrista australiano Tommy Emanuel con il quale ho suonato per il Consolato Australiano. Ho suonato in Vaticano in presenza di Papa Giovanni Paolo II, sala PaoloVI (sala Nervi), insieme all’orchestra del Sermig, Arsenale della Pace. Ho partecipato all’Opera Musicale dedicata a Papa Giovanni Paolo II diretta dal Maestro Salvatore Accardo con l’Orchestra da Camera Italiana e l’Assieme strumentale dell’Arsenale della Pace.
Ho fondato e dato il nome al gruppo Triad nel 2002 e faccio parte di Musicamorfosi (Milano) oltre ad avere diverse collaborazioni musicali con altri artisti.

Hai creato anche dei CD musicali?
Ho 5 CD in attivo, oltre al libro/metodo, prodotti anche con il marchio DIDJERIDU ITALIA da me ideato e sono:
"Passi" (Didjeridu Italia 1999 - MAP 2000),
il libro/metodo “Didjeridu, lo strumento a fiato degli aborigeni australiani” (Coedizionze CET Editore - 2000),
"In the beginning" (Didjeridu Italia 2001),
"Didjedrum" (Didjeridu Italia 2002),
"World Tour Live" (Didjeridu Italia 2003),
"SWEET" Acoustic Ambient Music (Didjeridu Italia 2004),
il secondo libro/metodo: Didjeridu, suonare un albero (Coedizionze Musica Practica - 2005).
Faccio parte di una compilation dell’etichetta discografica australiana Music-Mosaic dove sono presenti alcuni suonatori internazionali di didjeridu. (Didgeridoo Trance Dance II - Music Mosaic, Australia).

Come risponde la gente?
La gente risponde sempre positivamente. Il suono del didje è coinvolgente, ancestrale e riesce a stimolare le persone. Ho tenuto molti stage e conferenze in giro per l’Italia e sempre c’è stata una partecipazione ricca di passione e interesse da parte della gente. Durante i concerti il pubblico è sempre piacevolmente incuriosito e coinvolto.

Esiste secondo te davvero una voglia di ricerca per migliorarsi, per scoprire capacità innate, e dimenticate, per aiutarsi a stare meglio fisicamente e mentalmente?
La voglia di ricerca c’è ma è abbastanza compromessa dal fattore pigrizia e dal fattore moda. Fare ricerca per il proprio benessere, per la propria crescita intellettuale richiede dedizione e fiducia e ho notato che non sempre sono presenti questi due elementi.
Le potenzialità dell’essere umano sono enormi e forse fanno un po’ paura. Durante gli stage che tengo noto queste potenzialità nelle persone e anche in me perché sono loro a riflettermele.
La ricerca è vista come un optional anziché essere parte integrante della vita di un individuo maschio o femmina che sia.

Quanto la musica ha favorito in te un atteggiamento positivo e la voglia di trasmettere le giuste "frequenze" perchè in molti possano goderne?
La musica, il suono mi hanno cambiato la vita e ciò è avvenuto non senza difficoltà. Quando si sceglie un percorso di trasformazione si deve anche affrontare qualche ostacolo e qualche paura per cui la dedizione e la fiducia sono molto importanti. Trasmettere ciò alla gente non è facile ma grazie al suono e alle sue frequenze è possibile arrivare la dove non arrivano l’intelletto e la parola.
Il benessere grazie al massaggio sonoro ad esempio arriva alle persone senza premeditazione, è un atto spontaneo che avviene grazie alla disponibilità nel dare e nel ricevere. Il massaggio sonoro avviene tramite l’applicazione del suono del didjeridu sul corpo proprio come in un massaggio manuale. Il suono e la vibrazione del didjeridu intervengono in aiuto dello stato personale dell’individuo. La vibrazione dello strumento accarezza la pelle e si sofferma dove ce n’è più bisogno.
La mia esperienza mi ha insegnato che il suono e le vibrazioni del didjeridu: dinamizzano il corpo dando una sensazione di rinnovata energia;
entrano in risonanza con gli organi stimolandoli e aiutandoli a "reagire"; addolciscono le tensioni fisiche e psichiche;
aiutano ad ascoltare in profondità il proprio corpo e di conseguenza le sue esigenze;
stimolano l’intuito e la creatività.

L’assopimento delle capacità sensoriali, l’anestetizzamento della mente creativa, la vita frenetica, la mancanza di gratitudine verso l’esterno, causano malessere e stanchezza interiore. Quante volte ti sei ammalato o sentito depresso per le vicissitudini quotidiane della vita, dopo questa tua ricerca interiore?
É bella questa domanda... Mi succede ogni volta che perdo di vista gli elementi di cui parli. Credo che il benessere, a tutti i livelli, dipenda dal nostro stile di vita, da ciò che pensiamo, da ciò che mangiamo e anche le sofferenze possono comprometterci quando rimaniamo troppo legati ad esse.
Torno a parlare della fiducia e della dedizione perché credo che sia molto facile cadere nella depressione, nel malessere psicofisico senza queste. Nel mio caso quando accade cerco di riconnettermi a ciò che ho imparato durante la mia ricerca. É come possedere degli strumenti e decidere se utilizzarli o meno e ciò che cerco di fare nei miei seminari è di consegnare qualche strumento alle persone affinché possano usarlo nei momenti difficili.

Esiste , secondo te, la malattia?
Esiste per me il malessere e il benessere. La malattia è un termine dato dalla medicina per evidenziare un malessere e cronicizzarlo in modo da rendere l’individuo dipendente dai medicinali.
Esiste secondo me una capacità innata dentro di noi di creare o non creare il malessere. Ormai è alla luce del giorno quanto sia speculativo lavorare attorno alla malattia così come è stata standardizzata. Credo che le persone dovrebbero prima di tutto ritrovare se stessi in qualche modo e ritrovare la propria forza interiore creatrice di benessere. A volte durante il massaggio sonoro avvengono piccole guarigioni semplicemente perché la persona in quel momento si riconnette a se stessa lasciando perdere tutto il resto.

A cura di Lucia Barbiero


 

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