Papi Moreno ex pubblicitario torinese, ha cambiato la sua vita dopo
l’incontro con un antico strumento aborigeno ricavato dall’eucalipto: il
didjeridoo.
Prima di conoscere un po’ il suo percorso gli chiedo incuriosita, le dinamiche
del progetto SoundGate: una vacanza-ricerca per ripulirsi e disintossicarsi a
favore di uno stato di benessere
Parlami del progetto SOUNDGATE, gli scopi e a chi vi rivolgete, o meglio
esiste un’età ideale?
SoundGate è un’idea nata da Monica Smith con la quale collaboro e coinvolge un
ricercatore speciale:
Wolfgang Deinert-Lörler.
Si tratta di un evento della durata di cinque giorni (18/23 luglio) sulle
colline dell’astigiano (Montafìa) durante i quali le persone possono scegliere
un percorso della durata di un giorno, mezza giornata o serale.
Sarà un’esperienza diretta di come le onde sonore possono agire a livello
psicofisico tramite straordinari strumenti acustici realizzati appositamente per
evidenziare gli armonici e le basse frequenze.
Lo scopo di questo tipo di ricerca è quello disintossicarci dall’inquinamento
acustico in cui viviamo aprendo il corpo e i sensi alle vibrazioni sottili del
suono, e questo porterà ad uno stato di rilassamento profondo e rigenerante.
Gli strumenti partono dal concetto sonoro delle campane tubolari.
Le Tubular Bells utilizzate nelle sculture sonore sono strumenti musicali di
alta precisione costruiti artigianalmente dal musicista e ricercatore Wolfgang
Deinert-Lörler. Composte di tre metalli, rame, ottone e lenton il loro suono
ha una grande estensione di armonici e una lunga durata temporale, dovute
all’accurata manifattura e alla precisione dell’accordatura. Gli strumenti usati
sono l’Arco del Suono, la Piramide del Suono, il Tavolo Suonocolore, La Scala di
Riallineamento Spina Dorsale.
I percorsi proposti prevedono sessioni individuali e personalizzate con
la scelta delle frequenze adatte ad ognuno seguendo i principi della medicina
cinese e della tradizione musicale indiana.
I toni utilizzati nelle sessioni individuali vengono scelti in base alla
stagione, all’ora del giorno, e alla data di nascita della persona.
Ogni esperienza deve essere assimilata e fissata prima di poter passare alla
seguente per cui tra le varie fasi ci saranno lunghe pause per restare in
silenzio, immergersi nell’acqua della piscina e ristorarsi bevendo molti liquidi
tisane e succhi di frutta e di verdure fresche.
Per meglio integrare le esperienze sui vari livelli energetici verranno anche
usati oli essenziali e bagni di luce colorata, a seconda delle
necessità individuali del momento.
Il tutto ha un effetto disintossicante ed energizzante e favorisce un stato di
contemplazione di ascolto interiore e benessere.
A questo proposito l’atmosfera generale sarà di grande quiete, tutto si svolgerà
in relativo silenzio, con leggerezza e serenità, così da permettere a tutti di
avere i propri spazi.
É possibile inoltre prenotare delle sessioni di Massaggio sonoro con il
Didjeridu, Shiatsu e Fiori di Bach, trattamenti integrativi del percorso sonoro,
utili ad assimilare e fissare più in profondità l’esperienza con i suoni
armonici.
A fine giornata per chi vuole farsi raggiungere dagli amici o per chi non può
partecipare durante il giorno viene proposto un percorso esplorativo pre-serale
di un’ora, in cui vengono illustrati i vari strumenti e si potrà sperimentare
l’Arco del Suono in piccoli gruppi, per potersi fare un’idea diretta delle
qualità uniche di questa scultura sonora. Dopo cena (buffet vegetariano) sarà
possibile partecipare ad una sessione di gruppo, di ri-allineamento energetico
con il puro suono armonico.
Sdraiati nella sala dello yoga i partecipanti, non più di 25, ascolteranno ogni
sera una diversa gamma di suoni volti a sensibilizzare la percezione della
dimensione vibratoria e armonica del suono, non musica perciò ma solo suoni con
campane di cristallo, arpa monocorde, gong, didjeridu, canto armonico.
Per dettagli ed informazioni
http://www.papimoreno.com/soundgate.html
non esitate a telefonare allo 011.835389
per iscrizioni: morpapi@tin.it
Raccontami del tuo percorso, soprattutto questo fantastico incontro e come
e perchè hai deciso di dedicarti
alla diffusione di questa cultura attraverso
il suono del didjeridoo?
Ho imparato a suonare il didjeridu anni fa da solo, a Torino, con una forte
sensazione di solitudine e di isolamento per l’impossibilità di reperire
informazioni o persone che mi indicassero come fare.
Successe dopo avere assistito a una rappresentazione di un gruppo aborigeno dove
il didjeridu accompagnava canti e danze tradizionali. “Rapito dal suono” dello
strumento mi avvicinai al palco e rimasi per tutta la durata della
rappresentazione a osservare la tecnica che il suonatore utilizzava. Non potevo
immaginare cosa stesse succedendo: si stava instaurando in me l’embrione del mio
nuovo vivere. Da quel momento il lavoro di pubblicitario, la mia agenzia, le
consulenze presero via via la forma di un ricordo che sbiadisce col tempo.
Questo incontro mi ha stimolato ad aprire un nuovo capitolo nella mia vita e a
diffondere questo benefico suono. Il mio ringraziamento principale va
innanzitutto al popolo aborigeno da cui proviene lo strumento.
Cosa ti ha dato imparare a suonare il didjeridoo, a livello fisico e
mentale?
Tutto é avvenuto grazie ad una guida interiore che mi ha condotto in questo
fantastico mondo. Per me suonare il didjeridu non significa solo emettere dei
suoni entro schemi ritmici, ma entrare in contatto anche con quegli aspetti miei
più profondi che soltanto in momenti di particolare intensità riesco a
raggiungere. Con il didje vado nei miei spazi interiori e attingo in modo
intuitivo dall’infinita creatività che vi dimora.
E
poi riscontro diversi benefici:
1) sulle labbra in corrispondenza dei meridiani dell’agopuntura la vibrazione
stimola e sblocca l’energia in modo da farla fluire maggiormente.
Il Didje fa da ricarica di energie quando si è stanchi e agendo tramite la
respirazione circolare, praticata a lungo, incrementa l’afflusso di ossigeno in
tutto il corpo con un effetto simile all’esercizio fisico.
É eccellente per l’asma.
2) Le brevi respirazioni, attraverso le narici, tengono pulite le cavità nasali
eliminando il sovraccarico di tossine.
3) Inoltre il lavoro del diaframma aiuta l’assimilazione del cibo e la
sua eliminazione oltre che tonificare i muscoli addominali.
4) Sempre grazie alla respirazione circolare, si può scoprire un nuovo modo
di respirare che fa sentire pienamente il percorso dell’aria. Questa tecnica
può essere d’aiuto a entrare in un leggero stato di trance, necessario per
poter esplorare un poco lo sconosciuto mondo interiore.
A quali iniziative hai dato vita in questi anni?
Svariate iniziative. Stage, concerti, spettacoli. Sarebbe lungo fare l’elenco.
La mia ricerca mi ha portato a incontrare e ’scambiare’ esperienze sul suono con
il suonatore aborigeno Mark Atkins; il suonatore svedese Lars Wallin con il
quale ho aperto una rappresentazione del gruppo aborigeno tradizionale White
Cockatoo; il gruppo aborigeno australiano Wadumbah, accompagnandoli in una
tourné italiana; i Monaci Tibetani e le loro lunghe trombe in metallo con i
quali mi sono incontrato in varie occasioni; i dervisci rotanti Fana e le loro
musiche trance, partecipando un paio di volte all’ensemble dei musicisti durante
le danze; il tablista indiano Nihar Mehta, ospite nel mio atelier; il virtuoso
chitarrista australiano Tommy Emanuel con il quale ho suonato per il Consolato
Australiano. Ho suonato in Vaticano in presenza di Papa Giovanni Paolo II, sala
PaoloVI (sala Nervi), insieme all’orchestra del Sermig, Arsenale della Pace. Ho
partecipato all’Opera Musicale dedicata a Papa Giovanni Paolo II diretta dal
Maestro Salvatore Accardo con l’Orchestra da Camera Italiana e l’Assieme
strumentale dell’Arsenale della Pace.
Ho fondato e dato il nome al gruppo Triad nel 2002 e faccio parte di
Musicamorfosi (Milano) oltre ad avere diverse collaborazioni
musicali con altri artisti.
Hai creato anche dei CD musicali?
Ho 5 CD in attivo, oltre al libro/metodo, prodotti anche con il marchio
DIDJERIDU ITALIA da me ideato e sono:
"Passi" (Didjeridu Italia 1999 - MAP 2000),
il libro/metodo “Didjeridu, lo strumento a fiato degli aborigeni australiani” (Coedizionze
CET Editore - 2000),
"In the beginning" (Didjeridu Italia 2001),
"Didjedrum" (Didjeridu Italia 2002),
"World Tour Live" (Didjeridu Italia 2003),
"SWEET" Acoustic Ambient Music (Didjeridu Italia 2004),
il secondo libro/metodo: Didjeridu, suonare un albero (Coedizionze Musica
Practica - 2005).
Faccio parte di una compilation dell’etichetta discografica australiana
Music-Mosaic dove sono presenti alcuni suonatori internazionali di didjeridu. (Didgeridoo
Trance Dance II - Music Mosaic, Australia).
Come risponde la gente?
La gente risponde sempre positivamente. Il suono del didje è coinvolgente,
ancestrale e riesce a stimolare le persone. Ho tenuto molti stage e conferenze
in giro per l’Italia e sempre c’è stata una partecipazione ricca di passione e
interesse da parte della gente. Durante i concerti il pubblico è sempre
piacevolmente incuriosito e coinvolto.
Esiste secondo te davvero una voglia di ricerca per migliorarsi, per
scoprire capacità innate, e dimenticate, per aiutarsi a stare meglio fisicamente
e mentalmente?
La voglia di ricerca c’è ma è abbastanza compromessa dal fattore pigrizia e dal
fattore moda. Fare ricerca per il proprio benessere, per la propria crescita
intellettuale richiede dedizione e fiducia e ho notato che non sempre sono
presenti questi due elementi.
Le potenzialità dell’essere umano sono enormi e forse fanno un po’ paura.
Durante gli stage che tengo noto queste potenzialità nelle persone e anche in me
perché sono loro a riflettermele.
La ricerca è vista come un optional anziché essere parte integrante della vita
di un individuo maschio o femmina che sia.
Quanto la musica ha favorito in te un atteggiamento positivo e la voglia
di trasmettere le giuste "frequenze" perchè in molti possano goderne?
La musica, il suono mi hanno cambiato la vita e ciò è avvenuto non senza
difficoltà. Quando si sceglie un percorso di trasformazione si deve anche
affrontare qualche ostacolo e qualche paura per cui la dedizione e la fiducia
sono molto importanti. Trasmettere ciò alla gente non è facile ma grazie al
suono e alle sue frequenze è possibile arrivare la dove non arrivano
l’intelletto e la parola.
Il benessere grazie al massaggio sonoro ad esempio arriva alle persone senza
premeditazione, è un atto spontaneo che avviene grazie alla disponibilità nel
dare e nel ricevere. Il massaggio sonoro avviene tramite l’applicazione del
suono del didjeridu sul corpo proprio come in un massaggio manuale. Il suono e
la vibrazione del didjeridu intervengono in aiuto dello stato personale
dell’individuo. La vibrazione dello strumento accarezza la pelle e si sofferma
dove ce n’è più bisogno.
La mia esperienza mi ha insegnato che il suono e le vibrazioni del didjeridu:
dinamizzano il corpo dando una sensazione
di rinnovata energia;
entrano in risonanza con gli organi stimolandoli e aiutandoli a "reagire";
addolciscono le tensioni fisiche e psichiche;
aiutano ad ascoltare in profondità il proprio corpo e di conseguenza le sue
esigenze;
stimolano l’intuito e la creatività.
L’assopimento delle capacità sensoriali, l’anestetizzamento della mente
creativa, la vita frenetica, la mancanza di gratitudine verso l’esterno, causano
malessere e stanchezza interiore. Quante volte ti sei ammalato o sentito
depresso per le vicissitudini quotidiane della vita, dopo questa tua ricerca
interiore?
É bella questa domanda... Mi succede ogni volta che perdo di vista gli elementi
di cui parli. Credo che il benessere, a tutti i livelli, dipenda dal nostro
stile di vita, da ciò che pensiamo, da ciò che mangiamo e anche le sofferenze
possono comprometterci quando rimaniamo troppo legati ad esse.
Torno a parlare della fiducia e della dedizione perché credo che sia molto
facile cadere nella depressione, nel malessere psicofisico senza queste. Nel mio
caso quando accade cerco di riconnettermi a ciò che ho imparato durante la mia
ricerca. É come possedere degli strumenti e decidere se utilizzarli o meno e ciò
che cerco di fare nei miei seminari è di consegnare qualche strumento alle
persone affinché possano usarlo nei momenti difficili.
Esiste , secondo te, la malattia?
Esiste per me il malessere e il benessere. La malattia è un termine dato dalla
medicina per evidenziare un malessere e cronicizzarlo in modo da rendere
l’individuo dipendente dai medicinali.
Esiste secondo me una capacità innata dentro di noi di creare o non creare il
malessere. Ormai è alla luce del giorno quanto sia speculativo lavorare attorno
alla malattia così come è stata standardizzata. Credo che le persone dovrebbero
prima di tutto ritrovare se stessi in qualche modo e ritrovare la propria forza
interiore creatrice di benessere. A volte durante il massaggio sonoro avvengono
piccole guarigioni semplicemente perché la persona in quel momento si riconnette
a se stessa lasciando perdere tutto il resto.
A cura di Lucia Barbiero
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