"Supersize me", il film-documentario che mostra
come ci si riduce dopo 30 giorni mangiando tre pasti consigliati o sponsorizzati
da Mc Donald. Un viaggio nell’universo americano della cattiva alimentazione...
“Your liver is sick, it’s like a pate. Stop it!”, ossia il tuo fegato è malato,
è come un patè, smettila. Chi parla è il gastroenterologo del documentarista
Morgan Spurlock autore del film reportage "Supersize me", arrivato con due anni
di ritardo nelle sale cinematografiche italiane, nonostante abbia vinto nel 2004
il Sundance Film Festival e l’Mtv Film Festival.
La trama del documentario è
semplice: mostrare come ci si riduce dopo 30 giorni mangiando tre pasti
consigliati o sponsorizzati da Mc Donald. Il modus operandi di Spurlock è
altrettanto semplice, ma scientificamente minuzioso. Tre medici, un cardiologo,
un nutrizionista ed un gastroenterologo compiono un ceck up completo di Spurlock
prima della dieta a base di hamburger, candies (caramelle), sciroppi, formaggi,
soda, coca, fritture varie per poi controllare la situazione fisiologica della
“cavia” ogni settimana. Il regista fa ancora di più per provare la scientificità
ed il rigore dei risultati finali e cioè raccoglie i dati delle calorie
consumate ed i km percorsi a piedi dalla media dei newyorkesi.
Gli americani sono dei fenomeni quando si tratta di avere dati. Spurlock non è
un masochista, né un estremista vegano, né un oltranzista guerrigliero anti
multinazionali. “Sono solo un new yorkese, middle class, che è stufo di vedere
ragazze ed adolescenti obese ancora sedute a farsi del male nel fast food”. E di
fast food a New York ce ne sono a migliaia, persino negli ospedali. Tutto
registrato, tutto documentato. In 99 minuti, Spurlock mette a nudo come le
strategie di marketing di Mc Donald vadano a colpire ed agganciare in maniera
micidiale bambini e genitori e qui possiamo rimandare i nostri lettori al nag
factor (fattore assillo) già stigmatizzato dal libro The Corporation.
Alcuni
bambini dai 6 ai 12 anni vengono messi di fronte a due foto una di Gesù Cristo e
l’altro del clown del Mc Donald. Nessuno sa dire chi sia il primo mentre tutti
sanno chi sia il secondo. Da Mc Donald negli Usa, si possono riservare le sale
per feste di compleanno, con pagliacci annessi e connessi il tutto in una ridda
di palloncini, giocattolini, senape, maionese, melassa, caramello Un campione
più adulto di frequentatori di Mc Donald viene invitato a recitare le prime due
righe del primo emendamento della costituzione americana, nessuno lo sa
integralmente mentre cantano perfettamente le prime tre strofe della canzoncina
del fast food.
Ritornando sull’esperimento di Spurlock, già dopo due giorni di porzioni
caldamente consigliate supersize me, il documentarista vomita in macchina. Già
dal secondo giorno sarà tutto un crescendo di complicazioni fisiche e
psicologiche. Alla fine il report medico è devastante: colesterolo aumentato in
maniera esponenziale, “fegato ridotto come un patè” difficoltà respiratoria in
posizione sdraiata, emicranie, caduta libera della libido con riduzione della
durata dell’atto sessuale, forti dolori toracici e soprattutto 25 libbre di peso
corporeo in più! Strano pensare che sui pacchetti di sigarette venga riportato
il contenuto di condensato, nicotina ecc mentre in un supercheese burgher non
sono indicati i valori nutrizionali. Sappiamo che l’obesità è fattore di morte cardio circolatorio ma questo evidentemente non interessa. In una seconda parte,
il nostro regista, forte dei test ed esami clinici, va nei MC Donalds dove ha
sempre mangiato e chiede che gli venga mostrata la cartellonistica dei valori
nutrizionali dei pasti. La maggior parte dei supervisor dei vari fast food
risponde che non li hanno mai avuti e che quindi non li possono esporre. Altri
invece li mostrano e questi sono di volta in volta nascosti dietro piante,
lampade ecc… Comunque non visibili se non da un immaginifico Montalbano. Va da
se che nessuno dell’establischement di Mc Donalds ha mai ricevuto il nostro
regista.
Che cosa ha ottenuto Morgan Spurlock? La risposta arriva dal presidente della
Slow Food degli Usa, Corby Kummer che dice: “L’opinione pubblica americana sa
che i fast food fanno male e sono per assurdo ansiosi di sentire notizie cattive
sugli stessi ma amano anche l’ambivalenza; riconoscono che il fast food fa male,
lo criticano ma continuano a goderselo”. “Due anni dopo l’uscita del libro Fast
Food Nation – continua Kummer – i profitti di Mc Donalds sono diminuiti. Dopo
Supersize me sono scomparse le porzion i”supersize” ma nell’attuale anno fiscale
i profitti di Mc Donalds sono saliti del ben 25%”. Ma forse un perché di questo
incremento degli utili c’è, ed arriva sempre dallo stesso Kummel che aggiunge:
“Si intensificano gli sforzi da parte delle catene di fast food nei paesi in via
di sviluppo dove ci sono meno regole e la gente è soprattutto meno
sensibilizzata, seguendosi l’esempio delle multinazionali del tabacco”. Ecco
dunque che tabacco e cibo spazzatura tornano ad essere le due facce della stessa
medaglia ma il trattamento è diverso. Nessuno si sogna a livello parlamentare di
imporre di far metter per scritto sulla confezione dell’hamburger messaggi di
dissuasione ad un consumo quantitativamente esagerato.
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